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Questo primo romanzo di questo giovane scrittore di Carmiano (Le) è una piacevole sorpresa. Ma attenti: se cercate il solito modo di raccontare la vita di un giovane non avrete pane per i vostri denti.
Il libro parla della vita e della morte, dell'amore e della difficoltà a trovarlo realmente. Con un linguaggio malinconico ed ironico, in cui la pesantezza del quotidiano si libra con la leggerezza di un amaro umorismo che rende il tutto molto affascinante.
Un libro intenso, non da leggere mentre si stanno facendo delle altre cose. Un libro da conservare, per meditare una volta di più sui problemi dell'esistenza senza banalità e arrivando fino all'osso delle cose.
La storia parla di un ragazzo in cerca di lavoro (scrittore anche lui) che perde i suoi affetti più importanti, ammaliati da una figura affascinante, diversa da lui. Detta così, una trama come un'altra. Ma la differenza nel romanzo la fa una ricerca costante di risposte, dalla vita come dal silenzio, da parte di un'anima che si rifugia nella letteratura, nell'amore per gli animali, nella speranza di un'autenticità che pian piano intorno a lui va a perdersi.
Frasi qua e là si stagliano con la loro bellezza ed ironia, rendendo secondaria la trama, e facendo di questo romanzo il primo passo di uno scrittore leale e serio.
Avete mai riso di malinconia? Be', questa è la volta buona.
Intervista realizzata da Fabio Pisanò a Tony Sozzo, uno scrittore emergente.
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