Intervista a Paolo Bonvissuto

Intervista a Paolo Bonvissuto

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FdF: Chi è Paolo Bonvissuto?
PB: Io! Papà, Lavoratore, Musicista, Amico (quando ci riesco). Uno che sicuramente si appassiona in molte cose!
FdF: Come ti sei avvicinato al tuo strumento, la chitarra?
PB: All'inizio un po' per gioco e un po' per curiosità. Le prime volte che ho avuto questo desiderio avevo forse 12 anni e cercavo di imitare alcuni miei cugini come anche degli amici che spesso si portavano dietro una vecchia Eko (quelle fatte a Recanati) e suonavano Bennato, Daniele, De Gregori ed altri.
Quando sono diventato un po' più grande invece mi sono interessato molto vedendo "Ivano Fortuna" (mio carissimo amico) che suonava tutte le sere per la nostra piccola comitiva di strada, ed allora gli ho chiesto di darmi delle lezioni di chitarra e solo dopo qualche mese ci trovavamo nella veranda di casa sua a costruire la nostra prima rudimentale "Sala Prove" con i pannelli di polistirolo ed i mitici cartoni delle uova.
FdF: Che consigli daresti ad un ragazzo che vuole avvicinarsi allo studio della chitarra?
PB: Sicuramente è una cosa che si fa per passione come tutte le forme d'arte in genere.
Io ho un rapporto di Amore-Odio con il mio strumento e quindi mi limito a non consigliarlo più di tanto, ma certamente la chiave determinante rimane quella di fare ciò che veramente ci piace.
FdF: Prova a fare una classifica dei cinque artisti della storia della musica che preferisci.
PB: Quelli che mi vengono in mente sono: Pat Metheny, John Scofield, Scott Henderson, John McLaughlin e Max Voccoli, ma mi sembra riduttivo parlare così delle mie preferenze musicali perchè sono davvero tante, e tantissimi sono gli artisti che adoro ascoltare, come ad esempio, ultimamente ho scoperto Stefano Bollani e Paolo Fresu.
Direi comunque tutti quelli che riescono a portare una giusta tensione musicale, anche se non si tratta di Jazz.
FdF: Come giudichi l'attuale situazione della musica dal vivo in Italia?
PB: Sento che migliorerà per un motivo molto semplice: le nuove tecnologie di scambio della musica hanno ridotto di molto i guadagni nel settore discografico e quindi gli artisti della musica stanno spostando il loro impegno nella direzione dell'attività concertistica, il che significa che tutti stanno suonando di più dal vivo... Finalmente!
FdF: Se dovessi suggerire al prossimo Governo un modo per incentivare la promozione della musica in Italia, quale sarebbe?
PB: Mi permetterei di consigliare di allargare il campo d'azione dei sistemi di comunicazione di massa che ancora oggi operano sempre nella direzione della logica del profitto.
Si potrebbe cominciare ad accendere la radio la mattina ed ascoltare un pò di Blues, oppure in prima serata vedere in TV dei bei concerti di Jazz senza dover aspettare che Rai 3 li trasmetta alle 02.00 di notte!
Diciamo che nell'insieme migliorerei il pluralismo culturale dando spazio anche a chi non fa fare soldi.
FdF: E' nei negozi la tua ultima opera, Steps. Come hai deciso di avvicinarti alla composizione?
PB: Veramente più passa il tempo e più me ne vorrei allontanare, questo perchè il confronto con sè stessi, quando si parla di scrivere, diventa davvero arduo.
Adesso mi impegna molto la ricerca nell' ascolto di tanti artisti del passato, anche se timidamente sto sognando di riproporre un lavoro di brani inediti a condizione che siano veramente belli!
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FdF: Parlaci dei tuoi prossimi progetti.
PB: Sono troppi ma si possono sintetizzare in un solo grande progetto: Suonare!
Per non evitare di rispondere alla domanda dirò semplicemente che man mano che saranno disponibili ve ne parlerò sicuramente; ma non troppo!
FdF: E se volessimo ascoltarti, dove potremmo farlo nelle prossime settimane?
PB: Un concerto che mi sentirei di consigliare si farà questa estate allo Yachting Club di San Vito (TA), quando suonerò con Greg Burk.
Il prossimo appuntamento invece, e con un ospite davvero speciale, sarà quello con Fabio Zeppetella, che suona con il mio PB Jazz Trio.
FdF: Grazie Paolo, arrivederci alla prossima!
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