Torna Raina della Villa Ada Crew con il suo nuovo lavoro solista dal titolo 'Geneticamente Microfonato'. Un disco solare che incontra vari generi dall'hip hop al reggae, dalla dancehall alla soca fino al folk e al punk.
Ricco di numerose tematiche che Raina affronta in questo suo secondo album, a partire dalla propria esperienza di vita, che viene raccontata in 'Corre' fino ai suoi viaggi in Giamaica in 'I Love Jamaica'. Altre canzoni come 'Lei non esce mai di casa', 'Sorrido' e '4G' affrontano argomenti riguardanti la socialità, in cui si invitano le persone a uscire dal proprio guscio. Non poteva mancare il grande soggetto antiproibizionista di cui Raina e la Villa Ada sono portavoce da anni in 'Ganjamelier', singolo divertente di cui è stato realizzato il video, girato tra la Ganjatime Cup di Barcellona (settembre 2015) e la fiera di Roma Canapa Mundi (febbraio 2016) e montato da Mirco Virgili, il regista del film 'Ganjia Fiction'.
 
A distanza di 5 anni da “Che colpa ne ho” è uscito il tuo nuovo lavoro solista. Ti senti cambiato rispetto a 5 anni fa e come ti vedi tra 5 anni?
Si un po' si mi vedo cambiato e per fortuna, direi. Ammetto i miei errori e cerco di migliorare nella vita e quindi anche nella musica. Mi sento quasi come il vino, che ogni anno migliora.
In “Corre” ci  regali un racconto. Quello della tua vita. Hai qualche rimpianto, rimorso, ti rimproveri qualcosa?
Grossi rimorsi e rimpianti no. Forse avrei dovuto visitare la Giamaica molto tempo prima di quanto non abbia fatto e avrei voluto cominciare a snowboardare prima. Se qualcosa non ci rende felice e dipende da noi basta cambiarla.
Come nasce la “sintonia” tra rapper? In particolare raccontaci il tuo legame con Brusco...
Io e Brusco (ai tempi Papa Giovanni) frequentavamo la stessa scuola insieme agli altri membri della Villa Ada, e ti ci metto anche Chef Ragoo e Piotta. Abbiamo suonato tanti anni insieme con i VAP e siamo ancora super fratelli. Ci si vede poco per le distanze: magari uno sta a Bergamo e l'altro a Cagliari per suonare, ma, quando ci si becca è sempre festa. Come, per esempio, all'ultimo Dancehallrider (evento a base di reggae e snowboard che si svolge ogni anno a Ovindoli in Abruzzo nda) dove per tre giorni siamo andati avanti a son di musica realizzando un po' quello che descrivo nel mio brano “La gente è pazza”.
 
“La gente è pazza”  critica  una società troppo distratta e superficiale. Pensi che le cose possano cambiare?
Si certo, il desiderio alla base del brano è proprio quello che cambino le cose.  “Italia sveglia, in pochi stanno accorti il resto dentro al matrix cerebralmente morti”, sta proprio a quei pochi il compito di aprire coscienze degli altri.
“Stamo ancora qua” celebra i 20 anni della Villa Ada Posse. Quanto è cambiata la scena musicale raggamuffin italiana negli ultimi anni?
Tanto, troppo, sopratutto come numeri e partecipazione della gente, poi non abbiamo più il Rototom (storico festival reggae italiano che si svolgeva ad Osoppo nda), ma, abbiamo tanta burocrazia e repressione, fanno di tutto per farci passare la voglia di fare le nostre feste con la musica che amiamo. Io, però, sono ottimista,  se no non avrei fatto un altro disco e speriamo di prepararne uno nuovo per i 25 anni della Villa Ada tutti insieme.