NIGHTGUIDE INTERVISTA THE PRODIGY

NIGHTGUIDE INTERVISTA THE PRODIGY

In vista della loro imminente unica data nel sud Italia al Postepay Sound Parco Gondar il 16 Agosto, The Prodigy, la band inglese più rappresentativa del panorama big beat e breakbeat degli ultimi 20 anni, ha concesso un'intervista a noi di Nightguide e a risponderci è stato Liam Howlett, storico tastierista e campionatore della band.
 
NightGuide. Qui al Postepay Sound Parco Gondar è la vostra prima volta nel sud Italia. Come sono andate le vostre precedenti esperienze con il pubblico italiano?
Liam H. Siamo venuti in Italia fin dal nostro esordio, infatti l'Italia è stato il primo Paese che abbiamo visitato quando abbiamo cominciato a suonare fuori dal Regno Unito. C'è sempre molto feeling e molta connessione con il pubblico italiano. È sempre molto selvaggio li in mezzo.
 
NG. A partire dal vostro terzo album, mi sembra ci sia stata una certa tendenza a prendere delle lunghe pause tra un lavoro e l'altro. Quale il “metodo” che usato per arrivare al concept di un nuovo album? Come riuscite a far collimare questo con la moderna industria musicale, molto più simile ad un fast food?
LH. Non è mai stata una mia volontà, non era nei piani prendere così tanto tempo, ma c'è di sicuro la necessità di sentire un nuovo progetto reale e nei tempi giusti. The Prodigy non è mai stata una band di quelle che sfornano musica per il piacere di farlo. L'ultimo album che abbiamo fatto è stata una reazione a quello che ci stava succedendo intorno, musicalmente, politicamente, personalmente. La nostra musica è fatta per essere portata sul palco e suonata dal vivo perché quello è l'ultimo posto che ci è rimasto per connetterci direttamente con la gente faccia a faccia. Non abbiamo mai considerato nulla di ciò che riguardava l'industria musicale perché non è mai stato il nostro gioco.
 
NG. Pensi che la “musica” nel senso più lato del termine abbia ancora il potere di rompere le regole, i muri, i pregiudizi per costruire nuove vie per i giovani? Oppure è diventata solo una questione di “likes” e “followers”?
LH. La musica avrà sempre questo potere perché rimarrà sempre un linguaggio universale. Noi lo sappiamo perché abbiamo girato tutto il mondo e l'abbiamo visto con i nostri occhi. È vero che al giorno d'oggi accadono così tante più cose che possono distrarre da “lei” (la musica), ma continua a rimanere la colonna sonora della vita delle persone nel loro percorso di crescita e non si potrebbe vivere senza di lei. Per quanto riguarda i likes e i followers non ce ne frega un cazzo.
 
NG. I Prodigy vengono fuori da una delle culture underground più “dure” che ci sia stata negli anni '90. Chi sono i vostri fan adesso? Qual è il segreto della popolarità della band più anti-pop degli ultimi anni?
LH. L'unica cosa che so è che quando salgo sul palco vedo tra la folla gente di ogni età e vedo in tutti la stessa follia negli occhi. Noi eravamo li alla nascita della cultura rave quindi la band esiste per un motivo e facciamo solo quello che sappiamo fare meglio per le giuste ragioni. Se esiste un segreto non lo voglio sapere; continueremo a fare quello che ci piace finchè noi o il nostro pubblico non lo sentiremo più nostro e quella sarà la fine.
 
NG. Ho letto alcune vostre recenti interviste e avete parlato del giorno di un vostro possibile scioglimento, con la spiegazione che un giorno una fine ci deve pur essere. Scusa la domanda, ma come vostro fan ve lo devo chiedere: perché pensare ad una possibile fine? Io credo che abbiate ancora molto da insegnare a chi ama davvero la musica.
LH. Quello non ero io, l'ha detto Keef perché era in una brutta settimana. Adesso sta meglio! La risposta alla tua domanda è nella precedente...semplicemente non possiamo fermarci.
 
NG. Ora l'ultima domanda e per questa vorrei che tornassi indietro a quando non eri famoso. Se entrassi in un negozio dove puoi trovare tutta la musica che vuoi con i soldi per 3 cd, quali compresti?
LH. Mmm...odio questo tipo di domande, perché la risposta cambierebbe in continuazione, quindi ti rispondo con quello che mi piace ora:
Dr Dre - The chronic
Ennio Morricone - Soundtrack collection
Queens of The Stone Age - Rated R

Intervista a cura di Luigi Rizzo

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