Nightguide intervista Vito Lo Re

Nightguide intervista Vito Lo Re


Il 26 maggio 2017 e' uscito ''35 mm'', disco d'esordio di Vito Lo Re, compositore e direttore d'orchestra. La tracklist è composta da 23 brani, composti e diretti dal maestro, che rappresentano la colonna sonora di una vita. ''35mm e' il mio omaggio al cinema, la mia dichiarazione d'amore per la settima arte'', sostiene l'artista.
Nightguide lo ha intervistato per voi.
 
Ciao Vito, che cosa vorresti trasmettere al pubblico con il tuo primo album?
 
Quello che vorrebbe trasmettere qualunque artista con le proprie opere: emozione. L'album e' strutturato come un percorso autobiografico perché ogni brano è legato a un particolare avvenimento della mia vita, alcuni allegri, alcuni tristi, alcuni malinconici, alcuni esaltanti. Se quindi l'ascoltatore troverà in alcuni brani dei riferimenti con la sua vita, avro' centrato lo scopo.
 
Quali sono state le tue fonti di ispirazione?
 
Sicuramente la musica per il cinema. Ogni brano “suona” come una colonna sonora perché è il tipo di linguaggio musicale che amo di più (non l'unico, pero'...)
 
Che importanza deve avere lo studio della tecnica nella musica, soprattutto in quella classica?
 
Importantissima, l'essenziale pero' e' non rimanerne intrappolati. Serve per farsi “i muscoli”, ma poi deve essere la tua creatività e la tua sensibilità a dettare il percorso da intraprendere.
 
Quando hai capito che la musica sarebbe stata la tua vita?
 
Credo al secondo anno di università, quando ho deciso che avrei preso la laurea ma l'avrei appesa al chiodo perche' era altro che volevo fare nella vita. E così e' stato.
 
Qual è il tuo compositore preferito?
 
Trovarne uno solo e' impossibile, anche stabilendo i generi musicali. Nelle colonne sonore sicuramente Ennio Morricone e Howard Shore. Ma anche Michael Nyman, Verdi, Puccini, Gershwin, Frank Zappa, i Queen Come si fa a sceglierne uno solo?
 
In passato hai collaborato con i Rhapsody Of Fire, importante gruppo metal sinfonico. Quant'e' importante mettersi in gioco e sperimentare per un musicista?
 
Per me è sempre stato vitale, perche' mi ha dato la possibilità di imparare sempre nuove cose. Coi Rhapsody ho fatto due dischi e sono state due splendide esperienze.
Fino a qualche anno fa chi faceva, come me, il Conservatorio e sperimentava anche quelle che oggi si chiamano “contaminazioni” non era molto ben visto. Oggi forse la situazione è un po' diversa e il crossover tra i generi e' più accettato.
 
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
In musica ho fatto praticamente di tutto: direttore, compositore, arrangiatore, orchestratore, editore musicale e tutto e' servito alla mia formazione. Spero di potermi concedere il lusso di fare tutto ciò che troverò stimolante.


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