QUANDO MI SBRONZO DIVENTO VIOLENTO

QUANDO MI SBRONZO DIVENTO VIOLENTO

  • 07/01/2005 |

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Erano meno di tre giorni che eravamo arrivati a Copenaghen,e già tutti noi tre disgraziati avevamo perso il senso dello spazio e del tempo.
Quattro giorni dall'inizio del viaggio,e mi ero sbattuto 2200 km di autostrade italiane (velocità media 120 km/h),austriache,tedesche (velocità media 190 km/h) e danesi,ero arrivato in piena notte dopo 26 ore di viaggio con in mente la felice idea (ovviamente realizzata) di sciacquarmi alla meglio nel bagno del campeggio e andare direttamente in discoteca,avevo già dormito una notte in auto,una per terra nel parcheggio antistante una spiaggia pubblica e una in una tenda che sembrava montata da qui quo e qua prima di diventare giovani marmotte,mi ero già mangiato 15-16 scatolette di tonno,e guardando il tramonto tremavo al pensiero di quel che mi avrebbe aspettato in serata.
Copenaghen non mi lascia assolutamente indifferente,anzi mi aggrada parecchio per le innumerevoli attrazioni culturali e artistiche che offre: le donne...così la mattina seguente al nostro arrivo io,Frank Sinatra e Quentin Tarantino (quest'ultimo da quasi-fidanzato fedele opta per una mera azione di supporto a noialtri due porci) pensiamo bene di buttarci nella mischia e andare in spiaggia (si c'è la spiaggia e la gente si fa pure il bagno) a conoscere le ragazze scandinave,le quali mi iniziano a puzzare di bruciaticcio al primo impatto:alte magre bionde nordiche bone bone bonissime,ma alcune inquietantemente armate di libri,altre sinistramente da sole o al massimo in compagnia di un'amica...all'approccio prima un po' “mediterraneo” (leggi irruento) poi davvero molto discreto a tratti direi volutamente timido,le danesi rispondono in maniera gentile,elegante,socievole ma allo stesso tempo distaccata e difensiva;nel complesso la danese situata nel suo habitat d'origine,ben diversa dalla danese in vacanza all'estero con 5 cocktail in corpo,risulta fredda...si,freddina.
In serata le cose non vanno molto meglio,tra locali e discoteche si parla si scherza si ride si strappa un bacetto ma nulla di più...il tutto per loro sembra non addirittura forzato,ma innaturale di certo;all'improvviso il concetto di dissonanza cognitiva,che mi era sempre sfuggito durante i miei eruditi studi accademici,mi si presenta in tutta la sua magnificenza e limpidezza nel cerrone:qual è la vera danese,quella a cui metto la lingua in bocca senza dire manco “ciao io mi chiamo...” in qualche isola greca,o questa che c'ho davanti che mi fa sudare sette canottiere per fare due chiacchiere nella sua capitale?sono io troppo latino e scuro o sei tu troppo scandinava e lattiginosa?e soprattutto io chi sono?dove vado?perché esisto?
Al tramonto del terzo giorno una bottiglia di non so quale superalcolico torcibudella fa capolino dal nostro zaino invocando giustizia...io Quentin e Frank attacchiamo,e dopo dieci minuti il cadavere di un whisky giace sul manto erboso del nostro campeggio...amen;già belli che alticci intonando tipiche canzoni nostrane come “la mamma du lecces iè na puttan” e “o-le-le o-la-la faccela vedè faccela toccà” ci incamminiamo verso la fermata del tram che ci porterà in centro,dove,una volta giunti,ci dirigiamo senza colpo ferire all'ingresso di una discoteca che risponde al nome di “Hacienda”.
Quando si beve si allargano le coronarie (non lo so se è vero sto inventando) e aumenta la pressione,il che si traduce in maggiore afflusso di sangue al cervello,la conseguenza diretta del quale è un miglioramento delle prestazioni intellettuali e nello specifico delle capacità linguistiche,indi per cui non ho alcuna perplessità né imbarazzo né difficoltà nell'intavolare,mentre sono in fila per entrare,una piacevole conversazione con due francesi in pieno interrail.davvero persone interessanti e gradevoli,a differenza della stragrande maggioranza della popolazione del luogo.
Ordine ordine e sempre ordine:nel vestire nel camminare nel parlare nel fare la fila al chiosco dei gelati (si mettono in fila indiana a distanza di circa 50 cm l'uno dall'altro e se uno si azzarda a mettersi più vicino viene preso per ladro o per l'equivalente del “cozzalo” barese) nel girare con l'auto (mai un colpo di clacson,un'imprecazione,un pedone fuori dalle strisce) nel rapportarsi con gli altri nello stringere amicizia nel fare lite...prima ammiri tutta questa cosiddetta civiltà e ti vergogni un po' della tua esuberanza e del caos italiano,poi ti chiedi perché la Svezia (vicinissima come cultura alla danimarca) è il paese europeo con più alto tasso di suicidi e ringrazi il tuo Dio per averti fatto nascere altrove...
Entriamo e diamo il via l'animazione italica la quale riesce a svegliare qualcuno che viene a stringerci la mano,a parlare con noi,a fraternizzare (l'alcol aiuta anche loro) e a chiederci un po' della droga che sono convinti che ci siamo calati o che portiamo con noi...io e Frank viviamo qualche momento di gloria consumistica iniziando a offrire da bere a qualsiasi ragazza che ci capita a tiro (nota bene:c'è il free drink!) e quando non capita a tiro ordiniamo lo stesso per quando arriverà...se poi arriva e quel cocktail non lo vuole,nessun problema,lo buttiamo a terra e ne prendiamo un altro di suo gradimento.
Esco alle 6 abbastanza sbronzo e stravolto,ma nel tram per il ritorno devo contenere la mia zuzzurelloneria pugliese per via della presenza di due simpatici sbirri dalla faccia internazionalmente incazzata;quando arriviamo l'intero campeggio dorme,ma la forzata quiete del tram ha agito come una pentola a pressione riempita di nitroglicerina...l'effetto dirompente è inevitabile...ci abbandoniamo a ogni sorta di atti impuri e manifestazioni di follia che credo sia il caso di risparmiare all'opinione pubblica...ci divertiamo un mondo e tutto va discretamente bene (!!!) ma all'improvviso la tragedia.
Sto barcollando su per un vialetto del campeggio in cerca di qualcosa di commestibile da sottrarre a qualche turista dormiente quando ad un tratto sento un “qua”...la testa mi gira ho la vista annebbiata ma le orecchie più o meno mi funzionano...”qua qua”...si è proprio lei è una papera...l'istinto primordiale mi porta ad associare il volatile al cibo e immediatamente mi lancio al suo inseguimento,ma una papera sobria,lo sanno anche i bambini,corre più di un barese ubriaco,e finisco col ruzzolare giù da un dislivello e trovarmi steso lungo sul prato,con il pennuto quaquacheggiante beffardo a pochi metri da me;faticosamente,molto faticosamente,mi rialzo,guardo la papera girarsi vittoriosa e iniziare ad andar via,e un accesso di ira folle mi pervade.
“L'hai trovato il castigamatti,papera stronza!” le urlo sorprendendola alle spalle (certo,certo,le papere hanno le spalle) e assestandole un calcione in pieno culo...lei approfitta dello slancio del calcio per svolazzarsene a distanza di sicurezza e poi darsela a zampe starnazzando come una papera;fatta giustizia mi giro e mi ritrovo di fronte la moglie del padrone del campeggio.
Bruciate la bandiera danese e nessuno vi dirà niente,palpate le tette alla ragazza di un danese e lui cortesemente vi chiederà per favore di smetterla,”dimenticatevi” di pagare il conto in un ristorante danese e il proprietario vi aspetterà per giorni sicuro che tornerete a saldare,ma non provate mai,e dico mai,a non rispettare le file indiane e soprattutto non azzardatevi per niente al mondo a violare deturpare rovinare molestare fiori piante e animali...
La gentile signora mi guarda con un'espressione che è un misto di disprezzo rabbia orrore schifo e indignazione,e io dopo averla scrutata a mia volta,non riesco a fare altro che scoppiare a riderle fragorosamente in faccia;le risate mi tolgono il respiro,mi piego e inizio a piangere per il troppo ridere,ogni tanto alzo la testa e la vedo lì,immobile,che seguita a fissarmi sprezzante,e riprendo a sbellicarmi più forte di prima.
Alle 8.40 vengo svegliato dal proprietario del campeggio che ci intima di andarcene quanto prima,e non ci sta cacciando per via del casino che abbiamo combinato,per aver svegliato tutti,per aver danneggiato ingentemente la struttura,no,ci precisa che ci sta cacciando per la discussione tra me e la papera.
Alle 9.30 ci ritroviamo io Quentin e Frank sul cofano della nostra auto con la nostra tenda smontata ai nostri piedi e senza la minima idea di dove andare.
“perché non andiamo a Berlino?” faccio io.
“anche Parigi è carina” ribatte Frank.
“oppure Amsterdam” rilancia Quentin.
“ok,vada per Amsterdam”
Alle 10 eravamo in autostrada diretti in Olanda.
Peppon1980@libero.it
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