C Duncan - The Midnight Sun
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31/10/2016 | leslie-fadlon
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C Duncan ha pubblicato il 14 Ottobre 2016 ''The Midnight Sun'', che si configura come il secondo album di questo progetto guidato dal cantautore Christopher Duncan, un anno dopo il disco di esordio ''Architect''.
Anticipato dal singolo 'Wanted To Want It Too', questo è un album a tratti onirico, proiettato in una dimensione ultraterrena e molto vintage. Il cantautore, compositore e polistrumentista di Glasgow, diplomatosi al Royal Conservatoire of Scotland ha creato questa sua opera d'arte direttamente nel proprio studio, un degno successore di 'Architect' non scevro da contaminazioni come quelle di alcune malinconiche atmosfere indie portate avanti da artisti come Cocteau Twins, Stereolab, Broadcast and Air.
C Duncan nel suo ''Midnight sun'' rievoca paesaggi afosi e rarefatti attraverso canzoni oscure ma dalle venature albeggianti, seducenti ma allo stesso tempo incantate.
Si intromettono arrangiamenti languidi e un ritmare continuo a segnare il tempo che passa in modo simbolico ma delicato, trasportando l'ascoltatore in un rilassante viaggiare fatto di sonorità accennate e mai violente. Brani come 'Do I Hear?' sono intinti di paesaggi da romantici film framcesi, con un'innocenza di altri tempi.
Si è trasportati nella Hollywood in bianco e nero in questi brani così eclettici e particolari, come succede anche nella canzone che da nome al disco stesso ''The Midnight sun'', un sole di mezzanotte che ci infonde luce e speranza.
E' un sogno quello che ci avvolge come la seta e le mani di qualcuno che con noi sta condividendo quel sogno divenuto realtà. La spiritualità non ci abbandona, scaraventandoci ancora con delicatezza in atmosfere adornate da un pianoforte delicato come accade in“Window” o negli spazi in stile anni '60s che ricoprono il suono “On Course”, senza dimenticare il fatto che molti brani ci corroborano di effetti quasi kitsch che rendono C Duncan comparabile addirittura con artisti come Goldfrapp ed Air.
Il lavoro è ben fatto e ben strutturato, permettendo all'ascoltatore di immergersi totalmente nelle atmosfere in esso raccontate, uscendone non privo di stupore e di una certa dose di meraviglia.
Anticipato dal singolo 'Wanted To Want It Too', questo è un album a tratti onirico, proiettato in una dimensione ultraterrena e molto vintage. Il cantautore, compositore e polistrumentista di Glasgow, diplomatosi al Royal Conservatoire of Scotland ha creato questa sua opera d'arte direttamente nel proprio studio, un degno successore di 'Architect' non scevro da contaminazioni come quelle di alcune malinconiche atmosfere indie portate avanti da artisti come Cocteau Twins, Stereolab, Broadcast and Air.
C Duncan nel suo ''Midnight sun'' rievoca paesaggi afosi e rarefatti attraverso canzoni oscure ma dalle venature albeggianti, seducenti ma allo stesso tempo incantate.
Si intromettono arrangiamenti languidi e un ritmare continuo a segnare il tempo che passa in modo simbolico ma delicato, trasportando l'ascoltatore in un rilassante viaggiare fatto di sonorità accennate e mai violente. Brani come 'Do I Hear?' sono intinti di paesaggi da romantici film framcesi, con un'innocenza di altri tempi.
Si è trasportati nella Hollywood in bianco e nero in questi brani così eclettici e particolari, come succede anche nella canzone che da nome al disco stesso ''The Midnight sun'', un sole di mezzanotte che ci infonde luce e speranza.
E' un sogno quello che ci avvolge come la seta e le mani di qualcuno che con noi sta condividendo quel sogno divenuto realtà. La spiritualità non ci abbandona, scaraventandoci ancora con delicatezza in atmosfere adornate da un pianoforte delicato come accade in“Window” o negli spazi in stile anni '60s che ricoprono il suono “On Course”, senza dimenticare il fatto che molti brani ci corroborano di effetti quasi kitsch che rendono C Duncan comparabile addirittura con artisti come Goldfrapp ed Air.
Il lavoro è ben fatto e ben strutturato, permettendo all'ascoltatore di immergersi totalmente nelle atmosfere in esso raccontate, uscendone non privo di stupore e di una certa dose di meraviglia.
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