Nightguide intervista Cristallo

Nightguide intervista Cristallo

La cantautrice Cristallo, all'anagrafe Francesca Pizzo, ha pubblicato Casa di vetro a Giugno. Il suo nuovo singolo, disponibile in rotazione radiofonica, è nato prima del lockdown ma sembra scritto a posta per questo periodo: se il pezzo parla di distanza e intimità, infatti, nella realtà ci siamo sentiti tutti isolati e distanti per mesi, costretti a guardare il mondo che andava avanti dalle finestre senza poter uscire. Casa di vetro è proprio questo: il bisogno di far parte del mondo, connettersi con gli altri e allo stesso tempo vedere il proprio riflesso e rendersi conto della propria esistenza. Una Casa di vetro infatti può proteggere, ma anche isolare e diventare fonte di malessere e solitudine.





Ti chiami Cristallo e canti di una Casa di vetro: mi pare che aneli a una certa dose di trasparenza, di sincerità, ma vetro e cristallo sono anche materiali freddi e resistenti. Cosa ne pensi?
Sono tutte considerazioni giuste, le tue. Associo il concetto di trasparenza a quello di onestà e credo sia l'unica regola che vada seguita fino alla fine da chi è impegnato in ambito artistico oggi. La freddezza per quanto riguarda i minerali è solo apparente perché in natura esistono moltissimi cristalli di origine lavica. Anche la resistenza non sempre è assicurata, ma nei casi in cui il cristallo si spezza, di solito diventa tagliente. La cosa che mi interessa è proprio ciò che sta accadendo in questo nostro scambio: il nome Cristallo evoca immagini e riflessioni. Per questo mi piace.
 

Una Casa di vetro può essere rassicurante, in un certo senso, ma sottintende una sensazione di isolamento difficile da scrollarsi di dosso. Cosa provavi quando hai scritto il pezzo, e come si è adattato poi all'isolamento che abbiamo vissuto tutti quanti?
Il brano parla in realtà di una mia condizione ideale, ovvero quella in cui posso isolarmi dal resto per imbracciare una chitarra, guardare ciò che mi circonda da una certa distanza e poterne scrivere. Questa tendenza però fa parte di un tratto introverso della mia personalità e a volte tende ad accentuarsi diventando difficile da gestire. Credo che per questo motivo il testo sembri parlare proprio dell'isolamento che abbiamo vissuto nelle scorse settimane.
 

Restiamo sul tema: cosa hai provato quando hai visto che la tua Casa di vetro si applicava perfettamente alla realtà, anche se la realtà è successa dopo averla scritta?
Ho pensato "ehi, ho scritto un buon pezzo". Credo che la musica debba parlare di cose molto più grandi della singola contingenza. La circostanza in cui un brano viene scritto per me è solo un pretesto per parlare di qualcosa che in fondo riguarda tutti quanti, o che comunque parla a tutti di qualcosa che conoscono.
 

Il video di Casa di vetro lascia una sensazione strana: è come se la normalità venisse stravolta da una sensazione di atemporalità, come se potessi stare per sempre nel tuo rifugio. Cosa ci puoi raccontare del video, e dell'esperienza di fare un videoclip?
Lavorare a questo videoclip per me è stato un privilegio perché il regista, Giuseppe Lanno, è prima di tutto un amico. Mi conosce, ha ascoltato il brano e l'ha interpretato così come l'avete visto. Il soggetto è tutto suo e lo ringrazio per averlo tradotto in immagini, in modo così personale. Ha mescolato ironia, una certa tensione, leggerezza e ossessione per rappresentare a suo modo quello che ho scritto. Le riprese sono state girate in casa mia nei primissimi giorni della fase due e posso dire di essermi divertita davvero tanto quel giorno. Sicuramente le incertezze dell'isolamento hanno condizionato il nostro modo di vivere la casa e il video ne riporta tracce evidenti.
 

Sei stata nei Melampus fino al 2016, hai collaborato coi Baustelle sia come modella per le copertine che da un punto di vista musicale, fai parte della BlackCandy Records: cosa vuoi fare adesso, qual è il prossimo passo di Cristallo?
In questi mesi estivi sono in scena con Ateliersi in diversi festival teatrali, tra cui anche Santarcangelo. Lo spettacolo indaga il ruolo che ebbe una rubrica tenuta da Lea Melandri, durante i primi anni '80, in una famosa rivista giovanile ad ampissima tiratura. Poi in autunno uscirà finalmente il disco e spero sarà possibile portarlo in tour elettrico nei mesi seguenti.
 

Dove ti piacerebbe suonare appena tutto tornerà come prima?
Su un qualsiasi palco, ma con la band al completo e il pubblico davanti a me. Fisicamente davanti a me, non collegato in diretta da chissà dove. Che strano augurarsi qualcosa che l'anno scorso sembrava assolutamente ovvio... incrociamo le dita.

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