Intervista a Daniela Argiolas, autrice dell’opera “Il sole oltre le nuvole”.
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07/09/2023 | Bookpress
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Daniela Argiolas è nata a Cagliari nel 1974; nel 2006 ha pubblicato la sua prima opera letteraria: “La Voce del Cuore”, edita dalla casa editrice Artigianarte, e nel 2008 ha pubblicato la raccolta di poesie-preghiere “Raggi di Luce”, edita dalla casa editrice UNI Service. Ama viaggiare ed è impegnata in attività di volontariato.
«Ci presenti la tua opera “Il sole oltre le nuvole”?»
Il sole oltre le nuvole è un'opera che è nata gradualmente.
Con assoluta spontaneità e semplicità, giorno dopo giorno ho iniziato a scrivere i miei pensieri, gli stati d'animo e i sentimenti che hanno accompagnato le varie fasi del mio percorso. A un certo punto ho acquisito la consapevolezza che i miei scritti contenevano dei messaggi che non potevano essere custoditi all'interno di un cassetto, ma dovevano essere impaginati e strutturati all'interno di un vero e proprio libro. Per questa ragione, dopo una lunga riflessione, ho superato la mia riservatezza caratteriale, e ho deciso di raccontare la mia storia personale per trasmettere un messaggio di condivisione, speranza e coraggio a coloro che vivono l'esperienza della sofferenza e della malattia. A coloro che non hanno smesso di amare la vita al di là delle prove che spesso giungono inaspettate.
«Nell'opera narri la tua storia personale, segnata da una patologia invalidante che ha inevitabilmente modificato il corso della tua esistenza. Nonostante ciò, traspare nel testo la luce della speranza e dell'ottimismo, che può essere di conforto per tutti coloro che stanno affrontando un momento di difficoltà. Quali sono gli altri messaggi che hai voluto trasmettere attraverso la vicenda da te raccontata?»
Il mio percorso è stato colpito da forti prove di dolore a cui ho cercato di reagire.
La malattia invalidante ha cambiato il mio cammino, e ho dovuto apportare dei cambiamenti significativi ai progetti che desideravo realizzare. Il messaggio più importante che vorrei trasmettere è quello di non perdere la speranza e di non arrendersi, ma lottare per superare i momenti particolarmente duri e difficili che la vita per varie ragioni può presentare. La vita è un dono incommensurabile anche quando è offuscata dalla nebbia. Anche quando si abbattono le tempeste più forti, alla fine il temporale cessa e lascia spazio ai colori dell'arcobaleno.
«Ti è stata purtroppo diagnosticata la retinite pigmentosa; vuoi spiegarci di che patologia si tratta, e in che modo sei riuscita a gestire nel quotidiano le limitazioni che ne derivano?»
La retinite pigmentosa è una malattia genetica, che colpisce la retina e porta lentamente alla perdita della vista. Attualmente è una patologia incurabile. La ricerca è molto attiva e si muove in tante direzioni, ma per il momento non esistono delle terapie in grado di curare la retinite pigmentosa. Io sono ipovedente. Ho la vista centrale e ho perso la vista periferica. Il campo visivo si è ristretto, perciò ho un vero e proprio deficit visivo che mi dà dei limiti con cui ho imparato a convivere. Per svolgere le attività quotidiane utilizzo le mie risorse personali che mi aiutano ad avere una discreta autonomia. Il cambiamento più importante l'ho apportato nei viaggi.
Riesco a viaggiare con autonomia, ma nel momento che ho saputo che all'interno dell'aeroporto è disponibile il servizio di assistenza per i disabili, ho richiesto l'aiuto di cui ho bisogno, soprattutto per gestire quei passaggi che da sola sarebbero molto più difficili da affrontare. Di solito faccio il check in e raggiungo la sala amica per i disabili. Da quel momento il mio percorso è protetto e guidato dagli operatori addetti all'assistenza che mi accompagnano sin sopra l'aereo, e quando arrivo a destinazione vengono a prendermi e mi aiutano a scendere dall'aereo, e a raggiungere la zona degli arrivi. La mia esperienza con il servizio assistenziale è positivo. All'aeroporto di Cagliari, Milano - Linate e Milano - Malpensa ho incontrato degli operatori che mi hanno sempre trattata con attenzione e particolare umanità.
«Nell'opera definisci la tua fede religiosa come “la roccia su cui ho costruito le basi della mia vita”. Vuoi raccontarci della tua esperienza con la fede, e in particolare in che modo ti ha aiutata ad accettare la malattia?»
I miei genitori mi hanno trasmesso il dono della fede, e mi hanno insegnato il valore della preghiera e del rapporto personale con Dio. Sin da bambina ho frequentato la chiesa, e i luoghi importanti di spiritualità. Questo percorso ha contribuito a formare e a costruire in modo solido le basi della mia fede cristiana. Quando la malattia ha bussato alla porta della mia vita, la fede è stata determinante nell'accettare il dolore e la sofferenza. Non è semplice spiegare con le parole perché è soprattutto un'esperienza intima e profonda del cuore, e rappresenta il pilastro della mia forza interiore.
«La disabilità è per alcuni ancora un argomento tabù; come si può combattere questa insensata stigmatizzazione? Pensi che la testimonianza e la condivisione della tua esperienza possano essere d'aiuto?»
La disabilità è un argomento molto delicato. Ritengo che per poter combattere la stigmatizzazione, sia importante parlare e dialogare per far comprendere che un disabile è una persona che a causa di patologie invalidanti ha dei limiti, ma allo stesso tempo è diversamente abile. Ha delle capacità e delle risorse personali che sopperiscono ai deficit, e soprattutto vive con dignità le sue fragilità. Credo che uno strumento d'aiuto importante, sia quello di poter ricevere la testimonianza di una persona che vive concretamente l'esperienza del dolore relativo alla disabilità. Perché ne conosce in modo approfondito tutti gli aspetti, e può donare quell'aiuto necessario per accogliere ed accettare la malattia.
Con la forte speranza che la mia esperienza possa essere d'aiuto, ho scelto di condividere la mia storia personale.
«Perché hai deciso di intraprendere la carriera letteraria? Quanto ti è stata d'aiuto la scrittura nei momenti di sconforto?»
Sin da bambina ho sempre amato esprimere attraverso l'arte della scrittura, i pensieri, i sentimenti e le emozioni che costituiscono il mio cuore. Ho vissuto il mio interesse in modo personale, riservato e silenzioso. Col tempo e attraverso un lungo percorso di riflessione, ho maturato la consapevolezza che le mie composizioni scritte, contengono dei messaggi da trasmettere e da condividere. Per questa ragione ho deciso di intraprendere la carriera letteraria. Quando sono stata colpita dalla malattia e dalla sofferenza, ho continuato a scrivere i momenti più significativi e importanti, non per avere un sollievo, ma come continuità del mio amore per la comunicazione scritta.
«Dalla tua opera: “Ritrovare la serenità non è stato semplice, ho compiuto un profondo percorso interiore, in cui ho ricostruito le basi su cui poggiarmi, per ricominciare a danzare sui sogni che sin da bambina ho custodito nella speranza di realizzarli. Per ricominciare a credere nelle sfumature e nelle diverse tonalità che dipingono il mio futuro”. Quali sogni vuole ancora realizzare Daniela Argiolas?»
Un sogno che desidero fortemente realizzare, è quello di dedicare e scrivere un libro per i bambini che sono colpiti dalle malattie genetiche rare. Mi piacerebbe raccontare le loro storie, per far conoscere la realtà che vivono i bambini e le loro famiglie, quando si presenta una delle tante patologie incurabili. Se si dovesse presentare anche la più piccola possibilità di realizzare il progetto, vorrei dare il mio personale contributo alla ricerca e alla Telethon, destinando i proventi del libro. Nella ricerca sono riposte le principali speranze, e ogni goccia donata rappresenta un aiuto concreto per sostenere i ricercatori che in modo instancabile si impegnano per studiare e individuare le dovute terapie. Naturalmente sono consapevole che non è semplice realizzare il mio sogno, ma voglio essere positiva e confidare nelle infinite opportunità che la vita dona.
Contatti
https://www.instagram.com/dani.argiolas/
www.edizionidelfaro.it
Link di vendita online
https://www.edizionidelfaro.it/libro/il-sole-oltre-le-nuvole
https://www.amazon.it/sole-oltre-nuvole-Daniela-Argiolas/dp/8865376201
«Ci presenti la tua opera “Il sole oltre le nuvole”?»
Il sole oltre le nuvole è un'opera che è nata gradualmente.
Con assoluta spontaneità e semplicità, giorno dopo giorno ho iniziato a scrivere i miei pensieri, gli stati d'animo e i sentimenti che hanno accompagnato le varie fasi del mio percorso. A un certo punto ho acquisito la consapevolezza che i miei scritti contenevano dei messaggi che non potevano essere custoditi all'interno di un cassetto, ma dovevano essere impaginati e strutturati all'interno di un vero e proprio libro. Per questa ragione, dopo una lunga riflessione, ho superato la mia riservatezza caratteriale, e ho deciso di raccontare la mia storia personale per trasmettere un messaggio di condivisione, speranza e coraggio a coloro che vivono l'esperienza della sofferenza e della malattia. A coloro che non hanno smesso di amare la vita al di là delle prove che spesso giungono inaspettate.
«Nell'opera narri la tua storia personale, segnata da una patologia invalidante che ha inevitabilmente modificato il corso della tua esistenza. Nonostante ciò, traspare nel testo la luce della speranza e dell'ottimismo, che può essere di conforto per tutti coloro che stanno affrontando un momento di difficoltà. Quali sono gli altri messaggi che hai voluto trasmettere attraverso la vicenda da te raccontata?»
Il mio percorso è stato colpito da forti prove di dolore a cui ho cercato di reagire.
La malattia invalidante ha cambiato il mio cammino, e ho dovuto apportare dei cambiamenti significativi ai progetti che desideravo realizzare. Il messaggio più importante che vorrei trasmettere è quello di non perdere la speranza e di non arrendersi, ma lottare per superare i momenti particolarmente duri e difficili che la vita per varie ragioni può presentare. La vita è un dono incommensurabile anche quando è offuscata dalla nebbia. Anche quando si abbattono le tempeste più forti, alla fine il temporale cessa e lascia spazio ai colori dell'arcobaleno.
«Ti è stata purtroppo diagnosticata la retinite pigmentosa; vuoi spiegarci di che patologia si tratta, e in che modo sei riuscita a gestire nel quotidiano le limitazioni che ne derivano?»
La retinite pigmentosa è una malattia genetica, che colpisce la retina e porta lentamente alla perdita della vista. Attualmente è una patologia incurabile. La ricerca è molto attiva e si muove in tante direzioni, ma per il momento non esistono delle terapie in grado di curare la retinite pigmentosa. Io sono ipovedente. Ho la vista centrale e ho perso la vista periferica. Il campo visivo si è ristretto, perciò ho un vero e proprio deficit visivo che mi dà dei limiti con cui ho imparato a convivere. Per svolgere le attività quotidiane utilizzo le mie risorse personali che mi aiutano ad avere una discreta autonomia. Il cambiamento più importante l'ho apportato nei viaggi.
Riesco a viaggiare con autonomia, ma nel momento che ho saputo che all'interno dell'aeroporto è disponibile il servizio di assistenza per i disabili, ho richiesto l'aiuto di cui ho bisogno, soprattutto per gestire quei passaggi che da sola sarebbero molto più difficili da affrontare. Di solito faccio il check in e raggiungo la sala amica per i disabili. Da quel momento il mio percorso è protetto e guidato dagli operatori addetti all'assistenza che mi accompagnano sin sopra l'aereo, e quando arrivo a destinazione vengono a prendermi e mi aiutano a scendere dall'aereo, e a raggiungere la zona degli arrivi. La mia esperienza con il servizio assistenziale è positivo. All'aeroporto di Cagliari, Milano - Linate e Milano - Malpensa ho incontrato degli operatori che mi hanno sempre trattata con attenzione e particolare umanità.
«Nell'opera definisci la tua fede religiosa come “la roccia su cui ho costruito le basi della mia vita”. Vuoi raccontarci della tua esperienza con la fede, e in particolare in che modo ti ha aiutata ad accettare la malattia?»
I miei genitori mi hanno trasmesso il dono della fede, e mi hanno insegnato il valore della preghiera e del rapporto personale con Dio. Sin da bambina ho frequentato la chiesa, e i luoghi importanti di spiritualità. Questo percorso ha contribuito a formare e a costruire in modo solido le basi della mia fede cristiana. Quando la malattia ha bussato alla porta della mia vita, la fede è stata determinante nell'accettare il dolore e la sofferenza. Non è semplice spiegare con le parole perché è soprattutto un'esperienza intima e profonda del cuore, e rappresenta il pilastro della mia forza interiore.
«La disabilità è per alcuni ancora un argomento tabù; come si può combattere questa insensata stigmatizzazione? Pensi che la testimonianza e la condivisione della tua esperienza possano essere d'aiuto?»
La disabilità è un argomento molto delicato. Ritengo che per poter combattere la stigmatizzazione, sia importante parlare e dialogare per far comprendere che un disabile è una persona che a causa di patologie invalidanti ha dei limiti, ma allo stesso tempo è diversamente abile. Ha delle capacità e delle risorse personali che sopperiscono ai deficit, e soprattutto vive con dignità le sue fragilità. Credo che uno strumento d'aiuto importante, sia quello di poter ricevere la testimonianza di una persona che vive concretamente l'esperienza del dolore relativo alla disabilità. Perché ne conosce in modo approfondito tutti gli aspetti, e può donare quell'aiuto necessario per accogliere ed accettare la malattia.
Con la forte speranza che la mia esperienza possa essere d'aiuto, ho scelto di condividere la mia storia personale.
«Perché hai deciso di intraprendere la carriera letteraria? Quanto ti è stata d'aiuto la scrittura nei momenti di sconforto?»
Sin da bambina ho sempre amato esprimere attraverso l'arte della scrittura, i pensieri, i sentimenti e le emozioni che costituiscono il mio cuore. Ho vissuto il mio interesse in modo personale, riservato e silenzioso. Col tempo e attraverso un lungo percorso di riflessione, ho maturato la consapevolezza che le mie composizioni scritte, contengono dei messaggi da trasmettere e da condividere. Per questa ragione ho deciso di intraprendere la carriera letteraria. Quando sono stata colpita dalla malattia e dalla sofferenza, ho continuato a scrivere i momenti più significativi e importanti, non per avere un sollievo, ma come continuità del mio amore per la comunicazione scritta.
«Dalla tua opera: “Ritrovare la serenità non è stato semplice, ho compiuto un profondo percorso interiore, in cui ho ricostruito le basi su cui poggiarmi, per ricominciare a danzare sui sogni che sin da bambina ho custodito nella speranza di realizzarli. Per ricominciare a credere nelle sfumature e nelle diverse tonalità che dipingono il mio futuro”. Quali sogni vuole ancora realizzare Daniela Argiolas?»
Un sogno che desidero fortemente realizzare, è quello di dedicare e scrivere un libro per i bambini che sono colpiti dalle malattie genetiche rare. Mi piacerebbe raccontare le loro storie, per far conoscere la realtà che vivono i bambini e le loro famiglie, quando si presenta una delle tante patologie incurabili. Se si dovesse presentare anche la più piccola possibilità di realizzare il progetto, vorrei dare il mio personale contributo alla ricerca e alla Telethon, destinando i proventi del libro. Nella ricerca sono riposte le principali speranze, e ogni goccia donata rappresenta un aiuto concreto per sostenere i ricercatori che in modo instancabile si impegnano per studiare e individuare le dovute terapie. Naturalmente sono consapevole che non è semplice realizzare il mio sogno, ma voglio essere positiva e confidare nelle infinite opportunità che la vita dona.
Contatti
https://www.instagram.com/dani.argiolas/
www.edizionidelfaro.it
Link di vendita online
https://www.edizionidelfaro.it/libro/il-sole-oltre-le-nuvole
https://www.amazon.it/sole-oltre-nuvole-Daniela-Argiolas/dp/8865376201
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