Uscito il 13 Gennaio 2017 per Warner Music, ''L'Amore e la Violenza'' dei Baustelle è uno di quei dischi in grado di rappresentare in maniera straordinaria argomenti e sentimenti che la ''normale'' musica pop non è assolutamente in grado di trattare.
Non a caso i Baustelle emergono da anni come esempio di band capace di realizzare, attraverso la propria musica, l'unione travolgente di liriche e sound di un dark drammatico e al contempo affascinante ed accogliente, come un caldo abbraccio in una gelida notte di neve.
Muoversi tra i sentieri ombrosi delle atmosfere de ''L'Amore e la Violenza'' ci rende partecipi di storie diverse, commoventi, divertenti, caleidoscopiche e ci permette di incontrare donne e uomini persi o ritrovati tra le immagini e le visioni di vite disperate, felici e tormentate.
Il disco si apre con la cavalcata orchestrale di ''Love'', 53 secondi che la band sembra regalare e dedicare, (dandole questo titolo) all'ascoltatore, immediatamente concentrato e preso da un disco attesissimo come ''L'Amore e la Violenza''. Segue ''Il vangelo di Giovanni'' brano filosoficamente connesso ad una religiosità smarrita, come quando il sentore di aver perso intere stagioni della propria esistenza riesce a farci mancare anche il respiro. Pubblicato come primo singolo, ''Amanda Lear'' prende il nome della showgirl italo-francese usandolo come mezzo per cantare un amore che esiste ma che non può durare per sempre e che quindi si interrompe per tradimenti di quasi nulla sostanza, lasciandosi sull'orizzonte un sentimento contrastante.
''Betty'' è la ragazza moderna osservata dal punto di vista dai Baustelle, descritta con sullo sfondo la vita condivisa in modo ossessivo-compulsivo sui social network e la facile depressione da ''noia''; si passa alla quinta traccia, con il rock ammiccante di ''Eurofestival'', i cui protagonisti vivono l'alienazione da musica leggera e la fine di un amore che riesce a far smarrire la loro stessa identità. E' invece a tratti psichedelico l'intro di ''Basso e batteria'', che mette al centro della scena una vittima, quella di una relazione corrosiva come una tragica esperienza, perché ''essere felici non è facile, è quasi metafisica'' come ''La musica sinfonica'' in discoteca.
Rievocata con il nome scientifico della sua specie, ''Lepidoptera'' è una splendida ''falena di luce drogata'', che invita all'amore e all'attaccamento alla vita, la quale è bellissima e fantastica, nonostante sia tragica, stupida ed inutile, come narra la commovente traccia dal titolo ''La vita''. Il rimedio prescritto dai Baustelle è però il seguente: ''pensare che la vita è una sciocchezza aiuta a vivere''.
''Continental stomp'' è un eclettico brano strumentale, mentre ''L'era dell'acquario'' è sinuosa ed acquatica, come il lucido frutto di un'osservazione disincantata dell'asciutto e poco romantico presente, lo stesso che stiamo vivendo noi e che vive la ''Ragazzina'', protagonista dell'ultimo pezzo de ''L'Amore e la Violenza''. Si tratta di una fanciulla che ingenuamente ama e inevitabilmente soffre, ritrovandosi ad un certo punto in un ''mondo che ti sbuccia le ginocchia e ti fa sanguinare''. Un mondo atroce, malvagio, pericoloso. Un mondo che i Baustelle raccontano con la passione dei poeti e degli amanti, mai privo di quella inspiegabile bellezza che ci obbliga, nostro malgrado, a continuare a sognare, sulle note armoniche di archi, chitarre, cori e altri magici mezzi in grado di trasportarci nelle ultraterrene sensazioni della canzoni di Bianconi, Bastreghi e Brasini.

Baustelle - L'Amore e la Violenza
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19/01/2017 | leslie-fadlon
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