Helen Aria ci racconta Ceci n’est pas une chanson”.
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25/01/2023 | lorenzotiezzi
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Eleonora Iamonte, in arte Helen Aria, è una giovane cantautrice di Aosta che inizia la sua carriera nel 2018. Il 25 novembre scorso è uscito “Proxima Centauri”, suo quinto album, dal quale è estratto il singolo “Ceci n'est pas une chanson”.
La musica sembra essere una certezza nella tua vita. Che significato ha per te?
Fin da piccola, a scuola, ero la bambina che rimaneva sempre un po' in disparte, con qualche taglia in più rispetto alle altre ragazze del gruppo, con interessi differenti rispetto ai miei coetanei. Non mi sono mai riconosciuta nei canoni di nessun tipo e finivo spesso per sentirmi sbagliata. Da sempre la musica e l'arte mi hanno permesso di costruire una dimensione parallela in cui poter essere liberamente me stessa e mi hanno fornito gli strumenti per poter leggere al meglio la realtà, per comprendere ed esercitare la vita. Mi hanno insegnato che “Creare forse significa sbagliare quel passo nella danza. Significa dare di traverso quel colpo di scalpello nella pietra” (utilizzando le parole di Antoine de Saint Exupéry). I nostri difetti diventano i nostri punti di forza permettendoci di affermarci in tutta la nostra unicità.
Stai diventando l'artista che avresti immaginato? Vuoi provare a raccontare il focus delle canzoni racchiuse in “Proxima Centauri”?
La passione per il canto ha accompagnato la mia infanzia e la mia adolescenza e, in quel periodo, il mio obiettivo era solo quello di diventare una brava cantante. Col tempo ho completamente rivoluzionato il mio pensiero: ho iniziato a scrivere testi e melodie, mi sono appassionata al mondo dell'elettronica e della produzione musicale, ho iniziato ad approcciarmi a numerosi strumenti (chitarra, synth, flauto traverso, loop station, autoharp) e attualmente frequento il corso di laurea in DAMS presso l'Università degli studi di Torino che mi ha permesso di ampliare le mie conoscenze in ambito artistico.
All'interno delle mie canzoni c'è tutta me stessa: i miei ideali, la mia filosofia di vita, i miei sogni. L'obiettivo è quello di condividere con altre persone il mio mondo diffondendo messaggi di speranza, positività e pace. Penso che l'intero lavoro possa essere un inno alla libertà di espressione in cui le tematiche principali sono la ricerca di se stessi, la tolleranza e l'uguaglianza.
Scrivi per impulso improvviso, fissandoti un'idea, un pensiero da qualche parte, o hai tempi lunghi di elaborazione?
Di solito l'intuizione è istantanea. Magari creo una melodia (che registro subito per non dimenticare) o qualche riga di testo e in seguito lavoro allo sviluppo di questa idea. Alcune canzoni nascono in poche ore, altre vengono rielaborate nel corso di settimane. Mi lascio ispirare da rumori e suoni che mi circondano: il canto degli uccellini, le gocce della pioggia che si infrangono sul vetro della macchina, il fruscio del vento fra gli alberi. Inoltre, anche il cielo notturno risulta essere una grande fonte di ispirazione. Guardare le stelle e pensare all'immensità dell'universo mi permette di riflettere su varie tematiche esistenziali che cerco subito di trasformare in musica.
La nascita di “Proxima Centauri” ha visto la collaborazione di Simone Momo Riva. Quanto è stato importante il suo contributo per la realizzazione dell'album?
Collaboro con il produttore Momo Riva (TdE ProductionZ) dal 2018, anno in cui sono usciti i miei primi lavori. Reputo ogni album realizzato con lui un lavoro a quattro mani: abbiamo lavorato insieme agli arrangiamenti, alla ricerca del suono e alla composizione dei brani. Alcune canzoni nascono da una mia idea melodica, altre volte da una sua composizione strumentale e riusciamo sempre a tirare fuori qualcosa che ci gratifica, un sound che nasce dalle nostre esigenze creative.
Il panorama musicale è un mondo molto difficile e pieno di sacrifici, ma può regalare allo stesso tempo soddisfazioni e riconoscimenti. Che consiglio ti senti di dare a un giovane come te che vorrebbe intraprendere questa carriera?
Per la concezione comune la musica e l'arte non sono considerate un lavoro. Per far fronte a questo enorme ostacolo è importante sapersi inventare, avere molta creatività e determinazione. Il consiglio che posso dare è quello di continuare sempre ad essere se stessi, credere nel proprio operato. Fare musica è una necessità ed è importante non reprime i propri desideri.
La musica sembra essere una certezza nella tua vita. Che significato ha per te?
Fin da piccola, a scuola, ero la bambina che rimaneva sempre un po' in disparte, con qualche taglia in più rispetto alle altre ragazze del gruppo, con interessi differenti rispetto ai miei coetanei. Non mi sono mai riconosciuta nei canoni di nessun tipo e finivo spesso per sentirmi sbagliata. Da sempre la musica e l'arte mi hanno permesso di costruire una dimensione parallela in cui poter essere liberamente me stessa e mi hanno fornito gli strumenti per poter leggere al meglio la realtà, per comprendere ed esercitare la vita. Mi hanno insegnato che “Creare forse significa sbagliare quel passo nella danza. Significa dare di traverso quel colpo di scalpello nella pietra” (utilizzando le parole di Antoine de Saint Exupéry). I nostri difetti diventano i nostri punti di forza permettendoci di affermarci in tutta la nostra unicità.
Stai diventando l'artista che avresti immaginato? Vuoi provare a raccontare il focus delle canzoni racchiuse in “Proxima Centauri”?
La passione per il canto ha accompagnato la mia infanzia e la mia adolescenza e, in quel periodo, il mio obiettivo era solo quello di diventare una brava cantante. Col tempo ho completamente rivoluzionato il mio pensiero: ho iniziato a scrivere testi e melodie, mi sono appassionata al mondo dell'elettronica e della produzione musicale, ho iniziato ad approcciarmi a numerosi strumenti (chitarra, synth, flauto traverso, loop station, autoharp) e attualmente frequento il corso di laurea in DAMS presso l'Università degli studi di Torino che mi ha permesso di ampliare le mie conoscenze in ambito artistico.
All'interno delle mie canzoni c'è tutta me stessa: i miei ideali, la mia filosofia di vita, i miei sogni. L'obiettivo è quello di condividere con altre persone il mio mondo diffondendo messaggi di speranza, positività e pace. Penso che l'intero lavoro possa essere un inno alla libertà di espressione in cui le tematiche principali sono la ricerca di se stessi, la tolleranza e l'uguaglianza.
Scrivi per impulso improvviso, fissandoti un'idea, un pensiero da qualche parte, o hai tempi lunghi di elaborazione?
Di solito l'intuizione è istantanea. Magari creo una melodia (che registro subito per non dimenticare) o qualche riga di testo e in seguito lavoro allo sviluppo di questa idea. Alcune canzoni nascono in poche ore, altre vengono rielaborate nel corso di settimane. Mi lascio ispirare da rumori e suoni che mi circondano: il canto degli uccellini, le gocce della pioggia che si infrangono sul vetro della macchina, il fruscio del vento fra gli alberi. Inoltre, anche il cielo notturno risulta essere una grande fonte di ispirazione. Guardare le stelle e pensare all'immensità dell'universo mi permette di riflettere su varie tematiche esistenziali che cerco subito di trasformare in musica.
La nascita di “Proxima Centauri” ha visto la collaborazione di Simone Momo Riva. Quanto è stato importante il suo contributo per la realizzazione dell'album?
Collaboro con il produttore Momo Riva (TdE ProductionZ) dal 2018, anno in cui sono usciti i miei primi lavori. Reputo ogni album realizzato con lui un lavoro a quattro mani: abbiamo lavorato insieme agli arrangiamenti, alla ricerca del suono e alla composizione dei brani. Alcune canzoni nascono da una mia idea melodica, altre volte da una sua composizione strumentale e riusciamo sempre a tirare fuori qualcosa che ci gratifica, un sound che nasce dalle nostre esigenze creative.
Il panorama musicale è un mondo molto difficile e pieno di sacrifici, ma può regalare allo stesso tempo soddisfazioni e riconoscimenti. Che consiglio ti senti di dare a un giovane come te che vorrebbe intraprendere questa carriera?
Per la concezione comune la musica e l'arte non sono considerate un lavoro. Per far fronte a questo enorme ostacolo è importante sapersi inventare, avere molta creatività e determinazione. Il consiglio che posso dare è quello di continuare sempre ad essere se stessi, credere nel proprio operato. Fare musica è una necessità ed è importante non reprime i propri desideri.
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