Nightguide intervista i Crifiu

Nightguide intervista i Crifiu

Mai intervista propostami, mi ha divertito e fatto più piacere di questa.
Per l'uscita del loro ultimo album ho avuto il piacere di incontrare in una caldissima mattina di Ottobre salentino Andre Pasca e Sandro De Pauli, membri dei Crifiu, una band dalle possenti radici meridionali per nascita e tradizione, ma apertissima al meltin pot culturale che contraddistingue i giorni nostri in ambito musicale e non solo.
Non sarà la classica intervista che proponiamo di solito, perché tra salentini (anche io lo sono) non si poteva fare una cosa normale e andare per ordine, e il dialogo ha preso la mano e ci ha portato lontano. Quindi ho voluto riportare fedelmente i dialoghi intrecciati di noi tre.
A voi il piacere, spero, di leggerla.


LR. Oggi con Nightguide ho l'onore e il piacere di intervistare Andrea Pasca e Sandro de Pauli dei Crifiu e abbiamo deciso di fare un'intervista decisamente molto informale di fronte ad un buon caffè
.
AP. Che sono sempre le migliori!

LR. Facciamo 2-3 domande canoniche per dare a tutti la possibilità di conoscervi meglio. Voi siete usciti adesso con questo nuovo album, A Un Passo Da Te. Andiamo subito con la più classica delle domande: cosa ci volete raccontare di questo vostro progetto?
AP. Allora questo è un cd che raccoglie un bel po' di emozioni che ci hanno colpito e ci siamo portati dentro in questi tre anni, perché nel 2012 usciva il nostro penultimo album “Cuori e Confini”, quindi da allora in questi anni ci siamo divisi tra palco, pre-produzione e studio per lavorare a questo lavoro “A un passo da te”. Questo è il resoconto di tutti gli incontri fatti, le emozioni che la gente ci ha trasmesso, anche perché l'affetto della gente rimane il primo tassello portante che da vita ai nostri brani.
Ed è un lavoro che guarda comunque ai nostri tempi e tocca tematiche importanti come quelle del lavoro, della precarietà e anche temi un po' più alti della quale è anche difficile parlarne come quelli dell'amore e della speranza.

LR. Io ovviamente l'ho ascoltato, quando mi si è deciso per questa intervista, ed è stato strano sentire queste campionature che fate delle musiche sui testi, la vocalità che credo sia la tua [Andrea>. E' una combinazione particolare, la prima sensazione che da è pop, non pop nel senso dispregiativo del termine.
AP. No, no ma pop è una parola che ci sta nel nostro sound.

LR. Abbiamo quindi un progetto che sembra facile da ascoltare, ma con il fluire degli ascolti si percepisce una profondità maggiore.
SDP. Il termine pop deriva da popolare e noi partiamo dalla cultura popolare, dalle culture del sud non solo italiano ma il su del mondo.

LR. Mi è piaciuto perché non è la classica tarantella.
SDP. Infatti questo percorso sonoro che abbiamo iniziato nel 2012 con “Cuori e Confini” ci ha ispirato per “A un passo da te” confermando la stessa squadra artistica con la produzione di Arcangelo Cavazzuti, ex produttore dei Modena City Ramblers, batterista di Vasco Rossi, Di Biagio Antonacci e tanti altri e quindi ci ha aiutato anche a confezionare le idee grezze che avevamo affinandole alla forma canzone, rendendo il messaggio immediato.
AP. Nella tua domanda ci sono stati tre punti fondamentali del nostro sound:
1.       l'aspetto dell'unione musicale, dell'avere un prodotto pop che guarda alle melodie del Magreb, della Spagna e del sud della Francia rendendole in un linguaggio alla portata di tutti.
2.       Poi c'è l'importanza che abbiamo sempre dato ai testi. Solitamente siamo sempre in tre nelle interviste oggi manca il nostro autore che è Luigi. Oggi è a Manresa per un festival musicale, a cui parteciperemo come gruppo.
3.       L'altro punto è l'importanza della vocalità, questo disco ha un ampio respiro, una freschezza maggiore e tra l'altro è un disco molto corale è venuto in maniera spontanea dare maggior spazio anche ai cori. Caratterizzano anche l'emozioni umane, è proprio una questione di armonia tra gli uomini e forse di quell'importanza della quale parlavamo già in Cuori e Confini, cioè quello di rimettere l'uomo al centro del mondo.

LR. Hai una voce bellissima e non vorrei azzardare un paragone ma ricorda la tipologia di voce di Annie Lennox, molto androgina.
SDP. Molti lo confondono con Fiorella Mannoia, infatti. [risate>
AP. Questo non è un peso per me perché è una delle artiste italiane che stimo di più. Lo vedo come un grande complimento. Non amo parlare molto della mia voce, anche se è vero che non è catalogabile.

LR. Soprattutto in quei pezzi più vicini alle melodie del Magreb, si avvicina ad una litania di sottofondo che si adatta pienamente a quelle atmosfere mediterranee e del sud.
AP. Anche perché viviamo in una terra che è stata sempre bagnata da diverse culture. Apriamo le finestre di casa e ci arrivano melodie e suoni dalle provenienze più svariate. Quindi anche se la tradizione e i grandi canti di questa terra sono molto radicati, questi vengono contaminati dalle tante culture e penso che questo si respiri nella mia vocalità.

LR. Oltre alla coralità del gruppo, vorrei farvi una domanda da salentino, se volete anche un po' “stronza”. Quale pensate sia il confine tra il rivalutare la nostra terra tramite la musica tradizionale e il cadere nel becero provincialismo?
AP. Per quanto riguarda il nostro progetto, Crifiu, noi non ci siamo mai chiusi in un provincialismo. Abbiamo sempre pensato che il sud sia qualcosa che guarda al mondo.
“Il futuro ha sempre un cuore antico” come diceva Carlo Levi, quindi è importante guardare al passato ma è importante anche costruire il futuro. Quindi per quanto riguarda il nostro  progetto musicale la costruzione del futuro  si rifà al rispetto della tradizione, ma essendo anche consapevoli che viviamo in un tempo che ha nuovi linguaggi, all'utilizzo dei linguaggi contemporanei. E quindi questo senso di rispetto e l'utilizzo dei linguaggi contemporanei per parlare dell'attualità costruisce il nostro futuro e si riaggancia all'apertura del sud verso il mondo.

LR. E voi di mondo ne state già vedendo un po', dato che avete partecipato allo Sziget in Ungheria. Come è stata come esperienza?
SDP. Breve, soprattutto breve. [risate> Perché siamo arrivati alle 14 e ripartiti verso le 20 visto che il giorno dopo avevamo un concerto in Abruzzo e quindi una toccata e fuga. Però è stata una esperienza bella, interessante e nuova. C'erano anche altri grandi nomi e quindi ci è anche servito come data in calendario, come esperienza di vita e di lavoro per il gruppo.

LR. Secondo voi, perché l'Italia non riesce ad avere realtà così grosse e così ben organizzate?
AP. In realtà in particolar modo in Puglia, bene o male si è seminato bene e c'è stato un risveglio per quanto riguarda la cultura e l'ambito musicale anche se si può sempre migliorare. Però girando in Italia ci siamo accorti che il valore che è stato dato alla cultura e alla musica in Puglia è molto importante e siamo diventati quasi un faro per le altre Regioni. Quindi siamo contenti del lavoro che è stato fatto fino ad adesso e speriamo che prosegui nei migliori dei modi.

LR. Quindi voi pensate che siamo riusciti finalmente a non essere una moda ma uno stile?
AP. Penso che stiamo andando bene, ma non dobbiamo cullarci troppo.
SDP. Però a livello italiano i festival, come dici tu, hanno un cast o conosciuto a livello nazionale o gruppi affermati internazionali. Forse l'Italia ha paura di rischiare o paura di scoprire qualcosa di nuovo. Al contrario dell'Italia, come dicevi tu, allo Sziget c'è l'artista internazionale grosso ma ci sono tantissime attività e palchi collaterali dove chi vuole può ascoltare musica nuova e poco conosciuta.
AP.La sfida è proprio questa. Sta nel rischio.

LR. Voi avete molte collaborazioni con amici comuni, so che è una domanda a cui si potrebbe rispondere in modo banale, quindi pensateci un attimo. Perché si collabora?
SDP. Per trovare nuovi suoni soprattutto. Per usare una metafora culinaria, praticamente è come fare una torta e ricercare la ciliegina che completa e arricchisce il dolce. Ovviamente se la trovi è un bene se no concludi il brano da solo. In questo disco a livello musicale, ad esempio, serviva una chitarra rumba, flamenca e abbiamo trovato un amico che ci ha aiutato o come gli amici Gabriele Blandini, Ria, Nocco quando ci serviva una sezione fiati hanno collaborato con noi.
AP. E' quasi una necessità che diventa affetto questa storia della collaborazione perché se ti serve la ciliegina sulla torta è necessario chiamare chi è in grado di metterla e quando il musicista collabora quella necessità si tramuta in affetto. Infatti si sono create vere e proprie amicizie dopo le collaborazioni. E' l'aspetto umano quello che rimane dopo ed è indispensabile per noi.
SDP. Poi noi non diamo una partitura da eseguire, ma diamo una linea guida e poi c'è l'atmosfera ed è il musicista stesso che crea e inserisce la propria musicalità nel brano.

LR. E se ora, ipoteticamente parlando, vi mettessero davanti un catalogo con tutti i musicisti del mondo e vi chiedessero “Con chi volete collaborare?”, chi scegliereste?
SDP. Io direi la Mannoia.
AP. E anch'io un duetto con la Mannoia almeno non si capisce chi canta cosa. Quando è uscito “A un passo da te”, il 9 ottobre, alcuni fan ci hanno suggerito proprio un duetto con lei. [risate>

LR. Questo è un messaggio chiaro per la Mannoia. E d'internazionale?
AP. Ehh di internazionale guarda ce ne sono moltissimi. Ne abbiamo conosciuti diversi ai live, tipo i Massiglia Sound System tra i quali il cantante Papet jali ha già collaborato con noi abbiamo suonato insieme alla Asian Dub Foundation. Dipende dal brano... io una cosa con il cantante dei Muse la farei. [risate>

LR. Siamo andati grossissimi. Avendo cinque date consecutive vi potrebbe anche chiamare. [risate> Ritornando alle domande classiche, che cosa vi aspetta adesso?
AP. Ci aspetta la promozione del disco, il lavoro su un nuovo spettacolo che stiamo cominciando già a montare quindi siamo in sala a provare, a lavorare per voi perché ci sarà uno spettacolo completamente nuovo in una veste nuova. Infatti possiamo già dirvi che la data ufficiale di presentazione dell'album sara' il 21 novembre alle Officine Cantelmo a Lecce.

LR. Hai detto spettacolo non live, strana come accezione. Non sarà solo musica quindi.
Ma no, non sarà solo musica. Ci saranno delle novità a novembre quindi seguiteci sui nostri canali facebook, twitter sul www.crifiuweb.com/ che a giorni sarà aggiornato con anche nuove date invernali. Presto sveleremo molte news anche se la priorità rimane dare una veste al nuovo spettacolo che conterrà pezzi nuovi ma anche quelli storici riarrangiati.

LR. Ultima domanda di rito. Entrate in un negozio di dischi fornitissimo anche di rarità e avete i soldi per comprarvi tre dischi. Quali album scegliete?
Mamma mia che domandone. Eh..facciamo una cosa quanto tempo abbiamo? Tre cd sono proprio pochi.
Guccini - Tra La Via Emila e Il West
Lo Cor De La Plana - Tant deman
E un album di Skrillex.

Foto e testo di Luigi Rizzo

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