Nightguide intervista Chiara White
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01/02/2018 | leslie-fadlon
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“Biancoinascoltato” è il disco d'esordio della cantautrice fiorentina Chiara White.
Chiara, giovane fiorentina dalla vita dinamica, frenetica e talvolta avventurosa, è musicista e scienziata: “di giorno” Chiara Cavallina, geologa e ricercatrice; “di notte” Chiara White (dal cognome della madre, di origine inglese), cantautrice e artista a tutto tondo, da sempre alla ricerca di progetti artistici a cui dare vita.
Come nasce “Biancoinascoltato” e cosa significa il suo nome?
Biancoinascoltato è la bellezza nascosta, l'essenza delle cose, che spesso resta invisibile e inascoltata appunto. E' tutto ciò che ha una storia da raccontare, ma non ha voce per raccontarla o, se ce l'ha, siamo noi, distratti, a non avere orecchie per sentire. “Biancoinascoltato”, il disco (mio primo), raccoglie tutti i miei tentativi di dare voce a queste storie attraverso la poesia e la musica. Nasce... (l'idea) molto tempo fa, quando ho capito che comporre canzoni era il mio modo di mettere nero su bianco le cose importanti, rendendole vere, significative e, chiaramente, condividendole. Cresce... grazie alla sinergia con ottimi amici e musicisti, primi fra tutti Alessandro Alajmo (chitarra elettrica) e Giulia Nuti (viola) con i quali condividiamo questa passione arrangiando i brani e facendoli ascoltare dal vivo già da alcuni anni. Infine viene concretamente alla luce la scorsa primavera (2017), quando abbiamo registrato le 9 tracce di “Biancoinascoltato” in studio, con il produttore Guido Melis, e dal 15 dicembre è ufficialmente in commercio.
Hai una doppia vita - “di giorno” geologa e ricercatrice; “di notte” cantautrice e artista - come riesci a conciliarle?
Devo ammettere che non è facile, ci vogliono molta passione e un grande sforzo organizzativo. Ma lo vivo come un contrasto solo in superficie. Dentro di me le due attività sono perfettamente conciliabili, anzi molto spesso, il mio lavoro come ricercatrice (più precisamente sono dottorando in geologia) mi permette di vedere paesaggi incantevoli e conoscere, viaggiando, culture diverse e nuove storie che nutrono la mia scrittura. Viceversa per la mia ricerca (mi occupo di stratigrafia, ovvero di ricostruire la storia della Terra attraverso gli strati di roccia) ci vuole anche una certa dose di creatività: bisogna essere in grado ad esempio di immaginarsi il mare dove ora c'è una montagna o una foresta tropicale dove ora c'è un deserto. Io credo che arte e scienza siano oggi fin troppo separate. L'immensa mole delle conoscenze umane odierne ci costringe a un'eccessiva specializzazione e finiamo per perdere di vista l'insieme.
E quando hai iniziato a cantare?
Prima è venuta la chitarra, a 11 anni, ed ho iniziato presto, dal liceo, a militare in varie rock band. Ma il mio sogno nel cassetto è sempre stato il canto. Ho iniziato a 18 anni dopo aver scritto la mia prima canzone. Da allora ho fatto diversi corsi di canto moderno, importantissimi gli insegnamenti di Laura Landi (mia insegnante alla scuola di musica e sala prove Parsifal di Sesto Fiorentino), fino a che non mi sono sentita pronta ad insegnare io stessa (oggi sono docente nell'associazione Le NuoveNote). Ma non ho mai smesso di studiare e credo che non lo farò mai, attualmente studio canto lirico con la soprano fiorentina Costanza Renai. La ricerca vocale è per me una parte imprescindibile del processo creativo ed è importante avere il coraggio di rimettersi continuamente in gioco, anche perché la voce umana è un mondo senza confini e non lo si finisce mai di esplorare.
Da quali artisti sei influenzata nella tua composizione e nel tuo cantato?
Cristina Donà, come artista e cantautrice, è senza dubbio un grande modello per me; apprezzo soprattutto il modo in cui riesce a creare un legame forte e una conseguente armonia tra la parola e il suono, la poesia e la musica, senza privilegiare i testi rispetto agli arrangiamenti o viceversa, ma dando anzi la stessa importanza al messaggio verbale e all'impatto sonoro. Personalmente cerco di fare la stessa cosa, ricercando, a fianco della mera “canzone” (nel senso di: testo più melodia), una dimensione strumentale che sia in grado di arricchirla e di darle le armi per arrivare davvero al cuore delle cose. Per quanto riguarda il canto, Tori Amos è per me la più bella voce femminile al mondo, ma mi sentirei estremamente presuntuosa a paragonarmi a lei. Posso però dire che, come lei, cerco un canto dinamico, espressivo, utilizzando la mia voce in tutti i modi che conosco. Tra i miei ascolti anche molto rock anglosassone (Radiohead, Pink Floyd, SigurRos e Glen Hansard tra gli altri) di cui si sente l'eco negli arrangiamenti.
Il tema del viaggio è molto centrale in ''Biancoinascoltato'', ci racconti il tuo personale legame musica - luoghi?
Negli ultimi anni ho viaggiato molto. Quando si è in viaggio si torna un po' bambini, si vedono e si sentono cose nuove, si scoprono altri mondi, i nostri occhi sono aperti. Porto sempre con me un moleskine su cui appunto pensieri, poesie, spunti che poi spesso diventano canzoni. Un esempio su tutti: “Praga”, il mio primo singolo (del quale è stato girato un video, con la regia di Gianmarco D'Agostino https://www.youtube.com/watch?v=m1nabWpwE3Y&feature=youtu.be ), è nato da una poesia, scritta di getto nella capitale ceca, quasi suggerita all'orecchio dal genius loci della città. Come non farsi ispirare dal Ponte Carlo, con le statue dei santi affacciate sulla Moldava, o dal Castello di Praga, al cui interno si scorgono i fantasmi di antiche feste danzanti? Ma anche in “Sönghellir” il viaggio è centrale: si tratta di un luogo, la Grotta del Canto, in Islanda, nella penisola di snӕfellsnes, che sembra davvero abitata dal Piccolo Popolo. La canzone è stata scritta in un secondo momento, in un periodo in cui ho vissuto a Barcellona, e l'intreccio tra questi due luoghi così diversi, fa da sfondo a riflessioni sulla vita e sull'amore. Ma il viaggio non ha sempre una dimensione orizzontale nelle mie canzoni, a volte si sviluppa in senso verticale, nel tempo, nei ricordi, ma anche in profondità. Parafrasando “Itaca”, sarebbe importante conservare gli occhi del viaggiatore, quegli occhi aperti, svegli, pronti a stupirsi, anche a casa, stando fermi.
Come ti sei trovata a lavorare con Melis (Diaframma, Underfloor, Finister)?
Guido Melis è un produttore eccezionale, estremamente scrupoloso e attento ad ogni dettaglio. Mi sono trovata fin da subito in grande sintonia con lui, sia dal punto di vista artistico che da quello umano. E' riuscito a tradurre perfettamente in realtà tutte le mie aspettative, a dare forma alle mie idee abbozzate. Grazie a questa sinergia riascolto il disco e lo sento mio, sono “io”. Ma è un “io” che esiste solo perché legato ad un “noi”, a un insieme di persone che ha lavorato con me. Oltre a Guido, molti sono i musicisti che hanno suonato in “Biancoinascoltato”: i già citati Giulia Nuti e Alessandro Alajmo, Tommaso Giuliani (batteria), Simone Milli (piano e tastiere), Kenny White (piano), la Fabrizio Berti Jug Band, Francesco Vella (contrabbasso swing), Gabriel Petru Horvath (contrabbasso ad arco e violoncello), Marco Monelli (piano).
Che ne pensi della scena musicale italiana e del suo aver perso punti di riferimento rispetto al passato?
Scontato dire che la musica italiana non sta passando un bel periodo. Ma credo anche che la percezione del presente sia sempre alterata dalla nostalgia del passato, soprattutto se quel passato non lo si è vissuto direttamente e perciò non se ne conoscono i difetti. C'è un mondo ricco, attivo, dinamico, pieno di buona musica italiana, certo forse non è un mondo noto al grande pubblico, forse bisogna grattare la superficie e vedere cosa si nasconde sotto, ma questo mondo esiste e non credo sia di qualità inferiore rispetto al passato. Solo che oggi, nell'era dei social, chiunque può diffondere la propria musica, l'offerta è infinita e la musica si ascolta gratis online. In questo contesto (senza contare poi gli effetti devastanti del cancro “talent”) è più difficile emergere, è più difficile fare della propria musica la propria professione.
Prossimi progetti?
Per ora mi concentro sul tour di “Biancoinascoltato”, tenete d'occhio la mia pagina facebook per essere aggiornati sulle prossime date. Più avanti spero di poter fare il bis con un secondo disco.
Chiara, giovane fiorentina dalla vita dinamica, frenetica e talvolta avventurosa, è musicista e scienziata: “di giorno” Chiara Cavallina, geologa e ricercatrice; “di notte” Chiara White (dal cognome della madre, di origine inglese), cantautrice e artista a tutto tondo, da sempre alla ricerca di progetti artistici a cui dare vita.
Come nasce “Biancoinascoltato” e cosa significa il suo nome?
Biancoinascoltato è la bellezza nascosta, l'essenza delle cose, che spesso resta invisibile e inascoltata appunto. E' tutto ciò che ha una storia da raccontare, ma non ha voce per raccontarla o, se ce l'ha, siamo noi, distratti, a non avere orecchie per sentire. “Biancoinascoltato”, il disco (mio primo), raccoglie tutti i miei tentativi di dare voce a queste storie attraverso la poesia e la musica. Nasce... (l'idea) molto tempo fa, quando ho capito che comporre canzoni era il mio modo di mettere nero su bianco le cose importanti, rendendole vere, significative e, chiaramente, condividendole. Cresce... grazie alla sinergia con ottimi amici e musicisti, primi fra tutti Alessandro Alajmo (chitarra elettrica) e Giulia Nuti (viola) con i quali condividiamo questa passione arrangiando i brani e facendoli ascoltare dal vivo già da alcuni anni. Infine viene concretamente alla luce la scorsa primavera (2017), quando abbiamo registrato le 9 tracce di “Biancoinascoltato” in studio, con il produttore Guido Melis, e dal 15 dicembre è ufficialmente in commercio.
Hai una doppia vita - “di giorno” geologa e ricercatrice; “di notte” cantautrice e artista - come riesci a conciliarle?
Devo ammettere che non è facile, ci vogliono molta passione e un grande sforzo organizzativo. Ma lo vivo come un contrasto solo in superficie. Dentro di me le due attività sono perfettamente conciliabili, anzi molto spesso, il mio lavoro come ricercatrice (più precisamente sono dottorando in geologia) mi permette di vedere paesaggi incantevoli e conoscere, viaggiando, culture diverse e nuove storie che nutrono la mia scrittura. Viceversa per la mia ricerca (mi occupo di stratigrafia, ovvero di ricostruire la storia della Terra attraverso gli strati di roccia) ci vuole anche una certa dose di creatività: bisogna essere in grado ad esempio di immaginarsi il mare dove ora c'è una montagna o una foresta tropicale dove ora c'è un deserto. Io credo che arte e scienza siano oggi fin troppo separate. L'immensa mole delle conoscenze umane odierne ci costringe a un'eccessiva specializzazione e finiamo per perdere di vista l'insieme.
E quando hai iniziato a cantare?
Prima è venuta la chitarra, a 11 anni, ed ho iniziato presto, dal liceo, a militare in varie rock band. Ma il mio sogno nel cassetto è sempre stato il canto. Ho iniziato a 18 anni dopo aver scritto la mia prima canzone. Da allora ho fatto diversi corsi di canto moderno, importantissimi gli insegnamenti di Laura Landi (mia insegnante alla scuola di musica e sala prove Parsifal di Sesto Fiorentino), fino a che non mi sono sentita pronta ad insegnare io stessa (oggi sono docente nell'associazione Le NuoveNote). Ma non ho mai smesso di studiare e credo che non lo farò mai, attualmente studio canto lirico con la soprano fiorentina Costanza Renai. La ricerca vocale è per me una parte imprescindibile del processo creativo ed è importante avere il coraggio di rimettersi continuamente in gioco, anche perché la voce umana è un mondo senza confini e non lo si finisce mai di esplorare.
Da quali artisti sei influenzata nella tua composizione e nel tuo cantato?
Cristina Donà, come artista e cantautrice, è senza dubbio un grande modello per me; apprezzo soprattutto il modo in cui riesce a creare un legame forte e una conseguente armonia tra la parola e il suono, la poesia e la musica, senza privilegiare i testi rispetto agli arrangiamenti o viceversa, ma dando anzi la stessa importanza al messaggio verbale e all'impatto sonoro. Personalmente cerco di fare la stessa cosa, ricercando, a fianco della mera “canzone” (nel senso di: testo più melodia), una dimensione strumentale che sia in grado di arricchirla e di darle le armi per arrivare davvero al cuore delle cose. Per quanto riguarda il canto, Tori Amos è per me la più bella voce femminile al mondo, ma mi sentirei estremamente presuntuosa a paragonarmi a lei. Posso però dire che, come lei, cerco un canto dinamico, espressivo, utilizzando la mia voce in tutti i modi che conosco. Tra i miei ascolti anche molto rock anglosassone (Radiohead, Pink Floyd, SigurRos e Glen Hansard tra gli altri) di cui si sente l'eco negli arrangiamenti.
Il tema del viaggio è molto centrale in ''Biancoinascoltato'', ci racconti il tuo personale legame musica - luoghi?
Negli ultimi anni ho viaggiato molto. Quando si è in viaggio si torna un po' bambini, si vedono e si sentono cose nuove, si scoprono altri mondi, i nostri occhi sono aperti. Porto sempre con me un moleskine su cui appunto pensieri, poesie, spunti che poi spesso diventano canzoni. Un esempio su tutti: “Praga”, il mio primo singolo (del quale è stato girato un video, con la regia di Gianmarco D'Agostino https://www.youtube.com/watch?v=m1nabWpwE3Y&feature=youtu.be ), è nato da una poesia, scritta di getto nella capitale ceca, quasi suggerita all'orecchio dal genius loci della città. Come non farsi ispirare dal Ponte Carlo, con le statue dei santi affacciate sulla Moldava, o dal Castello di Praga, al cui interno si scorgono i fantasmi di antiche feste danzanti? Ma anche in “Sönghellir” il viaggio è centrale: si tratta di un luogo, la Grotta del Canto, in Islanda, nella penisola di snӕfellsnes, che sembra davvero abitata dal Piccolo Popolo. La canzone è stata scritta in un secondo momento, in un periodo in cui ho vissuto a Barcellona, e l'intreccio tra questi due luoghi così diversi, fa da sfondo a riflessioni sulla vita e sull'amore. Ma il viaggio non ha sempre una dimensione orizzontale nelle mie canzoni, a volte si sviluppa in senso verticale, nel tempo, nei ricordi, ma anche in profondità. Parafrasando “Itaca”, sarebbe importante conservare gli occhi del viaggiatore, quegli occhi aperti, svegli, pronti a stupirsi, anche a casa, stando fermi.
Come ti sei trovata a lavorare con Melis (Diaframma, Underfloor, Finister)?
Guido Melis è un produttore eccezionale, estremamente scrupoloso e attento ad ogni dettaglio. Mi sono trovata fin da subito in grande sintonia con lui, sia dal punto di vista artistico che da quello umano. E' riuscito a tradurre perfettamente in realtà tutte le mie aspettative, a dare forma alle mie idee abbozzate. Grazie a questa sinergia riascolto il disco e lo sento mio, sono “io”. Ma è un “io” che esiste solo perché legato ad un “noi”, a un insieme di persone che ha lavorato con me. Oltre a Guido, molti sono i musicisti che hanno suonato in “Biancoinascoltato”: i già citati Giulia Nuti e Alessandro Alajmo, Tommaso Giuliani (batteria), Simone Milli (piano e tastiere), Kenny White (piano), la Fabrizio Berti Jug Band, Francesco Vella (contrabbasso swing), Gabriel Petru Horvath (contrabbasso ad arco e violoncello), Marco Monelli (piano).
Che ne pensi della scena musicale italiana e del suo aver perso punti di riferimento rispetto al passato?
Scontato dire che la musica italiana non sta passando un bel periodo. Ma credo anche che la percezione del presente sia sempre alterata dalla nostalgia del passato, soprattutto se quel passato non lo si è vissuto direttamente e perciò non se ne conoscono i difetti. C'è un mondo ricco, attivo, dinamico, pieno di buona musica italiana, certo forse non è un mondo noto al grande pubblico, forse bisogna grattare la superficie e vedere cosa si nasconde sotto, ma questo mondo esiste e non credo sia di qualità inferiore rispetto al passato. Solo che oggi, nell'era dei social, chiunque può diffondere la propria musica, l'offerta è infinita e la musica si ascolta gratis online. In questo contesto (senza contare poi gli effetti devastanti del cancro “talent”) è più difficile emergere, è più difficile fare della propria musica la propria professione.
Prossimi progetti?
Per ora mi concentro sul tour di “Biancoinascoltato”, tenete d'occhio la mia pagina facebook per essere aggiornati sulle prossime date. Più avanti spero di poter fare il bis con un secondo disco.
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