Nightguide intervista Canìs

Nightguide intervista Canìs

''Effetto Doppler'' è il nuovo disco di Canìs: i giorni brevi di gennaio e la malinconia introspettiva di febbraio si sfogano nella luminosità del cielo di marzo, nel desiderio, nella primavera. I pollini schiacciati a terra dalle incessanti piogge d'aprile sono la premessa per i fiori bianchi dell' acacia e del biancospino in maggio. Il rosso delle ciliegie di giugno fa pensare all'amore così che in Luglio l'arrivo della canicola, del piccolo cane Sirio, illumina un mondo straripante di entusiasmi. Agosto invade ogni spazio coi suoi silenzi inoperosi e carica la molla ad un infingardo settembre fatto di teste basse e mietiture finché ad ottobre un' alluvione giunge come per lavar via ogni misfatto. L'autunno contemplativo di Novembre porta tutti ad alzare la testa al cielo cosicché le lunghe notti di dicembre si trasfigurano in una sorta di notte di tutti i tempi dalla quale ci si sveglierà solo con qualche petardo lanciato a fine mese. Il primo disco di Canìs è quindi una sorta di calendario umorale in cui il susseguirsi delle stagioni e i cambiamenti di luce sono la scintilla per innumerevoli divagazioni e dilatazioni.
Sotto la direzione artistica di Francesco Arcuri si avvicendano talentuosi musicisti della scena milanese quali Tazio Forte, Luigi Scuri, Ivo Barbieri, Carlo Sandrini, Marco Tessarin, Martino Vercesi, Nadio Marenco, Gabriele Pelli, Marzio Morzenti, Matteo Pigato, Alberto Stagnoli e Marina Ladduca; tutti sapientemente miscelati dall'abile mano di Antonio “Cooper” Cupertino al mixer.
Canìs nasce e cresce a Belcreda, una piccola frazione nel cuore della Lomellina, luogo dal quale non si è mai mosso, non si sa se per affetto o se per pigrizia.
Il soprannome che porta gli deriva dal padre e ancor prima dal nonno, il quale, interrogato sul suo significato, dichiarò, forse fingendo, di non averlo mai saputo o di non ricordarselo.
Vive tutta l'infanzia e l'adolescenza all' interno del bar di famiglia, attività alla quale crede di sentirsi destinato fino a quando non scopre, durante le scuole medie, di aver buone doti in matematica.
Nonostante ciò sceglie gli studi umanistici e contemporaneamente inizia a suonare.
Si laurea in letteratura italiana con una tesi sul poeta Umberto Fiori mentre studia musica con Pietro Cedrati prima e con Pietro Nobile e Bebo Ferra poi.
Scopre di avere una sorta di metereopatia che influenza la scrittura della sue canzoni le quali finiscono quasi sempre per risentire del clima che c'era al momento della loro scrittura, decide allora di tentare di inserirle in un contesto più ampio. Nel 2014 Canìs venne a sapere che Christian Andreas Doppler, uomo ben più importante di lui, nel 1845, accanto ai binari della ferrovia, ascoltò il suono emesso da un vagone pieno di musicisti. Il fenomeno acustico studiato da Doppler, in seguito chiamato effetto doppler, divenne poi il mezzo grazie al quale fu proposta la teoria del big bang; Canìs ne dedusse che il big bang fu teorizzato grazie alla musica.
Sarà quindi lo studio delle stelle a fornirgli il contesto più ampio che andava cercando e a divenire la cornice del suo primo lavoro “Effetto Doppler” in uscita per la casa discografica Lapilla Records/Ponderosa Records.
Lo abbiamo intervistato.
 
Ciao Canìs, innanzitutto posso chiederti cosa significa il tuo nome?
E' il soprannome di mio nonno prima e di mio padre poi. In un paese piccolo come quello in cui vivo il soprannome è quasi più importante del cognome e sono stato sempre più abituato a sentirmi chiamare Canìs piuttosto che Daniele o Soriani. Nel momento in cui l'ho trasformato in nome d'arte  si trattava anche di scegliere tra il mondo canino e quello felino e ho optato per quello che fin da piccolo mi ha dato più soddisfazioni affettive. Circa il significato chiesi a mio nonno molti anni fa ma disse di non ricordarlo anche se sospetto che in realtà non volesse dirmelo; ne dedussi che forse si trattava di un termine dispregiativo ma me lo sono tenuto ugualmente.
E come mai il tuo nuovo disco, Effetto Doppler, ha questa composizione basata sui mesi dell'anno?
Sono sempre stato un po' meteropatico: scrivendo mi sono reso conto che le canzoni risentivano del clima atmosferico dei giorni in cui venivano composte. Dopo che mi sono ritrovato con due o tre canzoni che parlavano di gennaio, un altro paio che parlavano di febbraio, una di aprile, una di maggio, una serie di settembre e di novembre e una di ottobre mi si è accesa la lampadina. Ho allora tentato di inserire questa mia predisposizione al meteo in un contesto più ampio che spostasse il lavoro artistico sul tempo cronologico e non più su quello atmosferico. Ho in pratica intrapreso un tentativo di descrizione di un tempo dilatato come quello di un anno solare cercando di stilizzarlo in dodici canzoni che segnalassero dodici umori o sensazioni diverse. Il discorso riguardo al tempo si è poi ampliato integrandolo con i concetti di fisica e astronomia che percorrono un po' tutto il disco: attraverso i moti delle stelle ho tentato di rendere ancora più ampio il concetto di tempo. Un esempio per spiegare in parte questo concetto è la canzone Dicembre in cui nei due minuti che intercorrono tra le 21 e le 21e01 del primo dicembre (in questo caso del 2013) sono elencati in maniera ironica gli avvenimenti degli anni in cui le luci di Betelgeuse, la cui distanza stimata è 640 anni luce, e Procione, 11 anni luce, hanno incominciato, per così dire, il loro viaggio verso di noi.
Hai unito al tuo lavoro quello di talentuosi musicisti della scena milanese, sotto la direzione artistica di Francesco Arcuri. Come sono avvenuti questi incontri?
I musicisti li ho conosciuti negli anni suonando con loro e con alcuni addirittura studiando. Il tramite con Francesco è stato invece Fabio Capalbo il regista dei due videoclips di Gennaio e Febbraio. Ho sottoposto a Fabio che era mio amico da tempo la mia idea di fare un disco e mi ha suggerito, e devo dire in maniera azzeccatissima, Francesco come produttore artistico. Se vi può interessare l'incontro con Francesco è avvenuto in un bar all' uscita della fermata della metropolitana Turati a Milano perché lui doveva andare in posta lì vicino.
Quali sono i principali messaggi che desideri veicolare attraverso questo disco?
I contenuti del disco sono molti e non vorrei qui porre l'accento su di un messaggio particolare poiché nel disco ho cercato proprio di intrecciare i vari concetti fra loro al fine di renderli nella maniera più organica possibile. Un fil rouge si può ritrovare nella sintesi della canzone finale, quella che titola il disco “Effetto Doppler”, in cui ho cercato di sottolineare come anche lo star fermi, che può equivalere alle attese descritte in Gennaio e Novembre, all' indifferenza descritta in Febbraio, all' immobilità presente in Maggio, può spingerci ad allontanarci; in questo testo ho usato il concetto dello spostamento verso il rosso proprio delle stelle che secondo la teoria del big bang sono in continuo allontanamento tra loro e più sono lontane più hanno uno spettro luminoso tendente alle tonalità rosse.
C'è poi la metafora della scienza: nell' apologia della scienza e dei metodi scientifici fatti di microscopi e macroteorie ho nascosto l'esortazione a guardare con più attenzione e allo stesso tempo innamoramento il mondo che ci circonda.
Il tuo mese preferito?
Nella vita è sicuramente quello in cui riesco ad andare in vacanza.
Nel disco non ho mesi preferiti: “Ogni scarrafone è bello a mamma soja”.
 
Quali sono gli artisti che hanno ispirato la tua carriera musicale?
Sono un infinità a partire da grandi autori classici in particolare quelli russi per i quali ho sempre avuto un debole ad esempio Shostakovich o Prokofiev, fino ai grandi compositori di musical americani tipo Irving Berlin, Jerome Kern e Cole Porter e il tedesco Kurt Weill . Sono sempre impazzito per Sting e Peter Gabriel, da adolescente sono stato un grande divoratore di Alice in Chains e Soundgarden e rimanendo in quel periodo ascoltavo spessissimo gli R.E.M.
Tra gli italiani, che alla fine credo siano quelli che mi hanno influenzato di più proprio perchè li ho suonati Carosone, Buscaglione, Gaber, i fratelli Conte e chi più ne ha più ne metta.
I tuoi 3 dischi del cuore?
Tutti dischi della mia adolescenza: Ten summoner's tale di Sting del 1993; Welcome to Sky Valley dei Kyuss del 1994;  In absentia dei Porcupine Tree del 2002 perchè ho avuto un' adolescenza particolarmente lunga.
Porterai il disco sui palchi?
L'intento è quello di suonare dal vivo e possibilmente tanto. Speriamo di trovare palchi pronti ad ospitarci e speriamo che siano bassi dato che gli strumenti sono molto pesanti da alzare, in particolare il pianoforte verticale che normalmente portiamo con noi pesa più di due quintali.
E quali sono gli altri, futuri, progetti?
Sicuramente altri dischi poiché essendo stata parecchio lunga la gestazione del primo ho già in serbo numerose cartucce da sparare in futuro e non vedo l'ora di farlo, ma questo avverà solo quando sarò riuscito a promuovere degnamente il lungo e faticoso lavoro che abbiamo svolto per “Effetto Doppler”.

 
 

canìs, effetto doppler, intervista

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