Il Colore del Nero
Un libro fotografico a cura di Cristiano Paladini
Un viaggio in solitaria
Una macchina fotografica
Le e-mail scritte agli amici
L'autore, Cristiano Paladini, nell'ottobre del 2005 interrompe la propria carriera di Manager per seguire le sue due grandi passioni, l'Africa e la Fotografia, intraprendendo un lungo viaggio, in solitaria, verso il Golfo di Guinea.
Partendo in fuoristrada dall'Italia e percorrendo 28.000 km in 160 giorni, ha attraversato gran parte dei paesi dell'Africa Occidentale (Marocco, Sahara occidentale, Mauritania, Mali, Burkina Faso, Ghana, Togo, Benin e Niger), alla ricerca delle etnie più interessanti e meno conosciute della regione.
Durante il suo viaggio ha avuto la possibilità di vivere all'interno dei villaggi Dogon in Mali, assistendo alle feste delle maschere e a funerali tradizionali; è stato ospite di accampamenti di nomadi Peul durante il periodo della transumanza, ha risalito il Fiume Niger fermandosi nei villaggi abitati dai pescatori Bozo, è stato invitato a matrimoni Fulani in Niger e a funerali Ashanti in Ghana, ha assistito a riti propiziatori nelle case-fortezza dei Somba e dei Tamberna, ha incontrato carovane di fieri Tuareg sulle piste sahariane, ed è stato egli stesso iniziato ai misteri del mondo Voudou in un piccolo villaggio del Benin...
Tutto questo ha permesso la realizzazione di questo libro fotografico, come testimonianza di una straordinaria ricchezza di tradizioni, riti, arte e umanità che si manifestano in ogni aspetto della vita sociale; dal rapporto profondo con la Natura, al culto degli antenati, alle cerimonie delle religioni tradizionali e animiste, alla vita di tutti i giorni nei più remoti villaggi del Sahel.
Di seguito vi riporto un brano dell'autore.
Marzo 2006 - da Bobo Dioulasso, prima di rientrare in Italia
Oggi non ho sonno. Neanche un pò. Sto tornando verso Bamako per andare a prendere i miei amici che hanno deciso di venirmi a trovare in Africa. Per quanto riguarda me, il "mio" viaggio finisce qui, forse un attimo prima del loro arrivo. È stato un viaggio in solitaria e finisce così come è iniziato.
Ed è stato intenso. Il tempo vissuto qui è più lungo di quello vissuto in Italia. Se penso ad alcuni momenti dell'inizio di questo viaggio mi sembrano così lontani che mi si stringe il cuore e ho un nodo alla gola a pensare a tutto quello che c'è stato in mezzo. E in mezzo c'è stata solo una piccola parte di vita trascorsa in Africa. In quella parte di Africa che ho imparato a conoscere, ad amare e a soffrire, con le sue contraddizioni che affascinano e fanno male. È questa la parte di Africa a cui penso quando dico solo "Africa".
È un posto dove ogni cosa ha un prezzo ma nessuno lo conosce; dove tutti sono per tutti ma dove spesso il bisogno non lascia spazio al disinteresse; dove tutto è in comune; dove non hai il diritto di mangiare un'ananas senza subire la pressione dei bambini che raccolgono le bucce per mangiarle; è un posto dove se ti si rompono i freni ripari il clacson; dove si esagera fino a rompere tutto, dove qualsiasi cosa viene consumata senza poterne godere; dove la benzina ha un prezzo esagerato e davvero questo non lo riesco a capire; e dove questo rende esagerati anche i prezzi dei beni primari; è un posto che a volte ti snerva e vorresti restare solo; dove se sei malato vieni legato ad una bici per raggiungere un dispensario dove non troverai la medicina che serve, o dove, se sei in grado, ti incammini verso il nulla aspettando di guarire o di non tornare; dove niente è assicurato e i diritti umani sono una baggianata per europei; dove fare la puttana è tutto sommato un privilegio perché almeno hai qualcuno che ti apprezza; un posto dove c'è più sabbia che acqua; dove al mercato ci sono più mosche che carne; dove puoi trovare amici per la vita o dove con altri sei cosi diverso che al di la dello scattare una foto o proporre una solidarietà dai dubbi risultati non puoi fare; dove i rapporti fra gli uomini contano assai più che gli uomini stessi; dove nessuno può esistere o neanche pensare di esistere senza i rapporti con gli altri uomini; dove a volte l'impotenza è la cosa più visibile tutto intorno. Ma è una terra che ti mette in pace con te stesso e con il resto del mondo. E lo fa tutti i giorni.
Alla fine di questo lungo viaggio so che potrei vivere in Africa, ma so anche che questo non è il mio desiderio. E so che la voglia di tornarci non mi lascerà più. E non è il mal d'Africa di cui si sente parlare, ma la nostalgia, in fondo, di tornare dove si è vissuto per un pò, in una terra che si ama come Casa.
Ma ciò che più ho imparato è che la cosa più importante è l'Amore, ovunque tu sia e comunque Esso si manifesti. E ho paura perfino a scrivere questa parola. E auguro a me stesso che nel prossimo "viaggio" ci sia con me la donna che mi ama, e cosa ancor più difficile, la donna che saprò amare per una vita.
Senza di lei, potrò fare tante cose e vivere la vita che voglio vivere, ma non potrò dire di essere del tutto felice.
Per ora mi sento bene, come si può sentire bene un uomo moderno che vive nel suo tempo e che, pur non sapendo dove vuole andare, forse, ha il coraggio di continuare a cercare.
Abbraccio tutti voi, gli amici di sempre, e abbraccio Mia Madre che in fatto di Amore ha permesso questo Viaggio, soffrendolo sulla sua pelle.
Abbraccio anche Mio Padre, che non c'è più e che pure c'è sempre stato in questi mesi. Forse non sarebbe stato d'accordo con la mia partenza, ma sono certo che sarebbe stato fiero al mio ritorno.
A presto, Cristiano
Tutto il ricavato dalla vendita de Il Colore del Nero è utilizzato per finanziare progetti di sviluppo in Africa Occidentale, realizzati attraverso l'Organizzazione
Umanitaria Bambini nel Deserto.
Grazie al supporto di tutti voi è già stato avviato il primo progetto per la costruzione di un pozzo d'acqua nel villaggio di Banikane (Mali).
Quanto costa : 20 €
Dove comprare : on line su www.bambinineldeserto.org
il sito : www.ilcoloredelnero.com
Il colore del nero, il racconto fotografico di un viaggio in africa in un libro da regalare...
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29/11/2006 | kikka68
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